Studiando i meccanismi di ecolocazione dei pipistrelli gli scienziati hanno scoperto come si formano le mappe bi e tridimensionali dello spazio nel loro cervello. Ricercatori come Nachum Ulanovsky, dell’Istituto Weizmann (Rehovot, Israele), lavorano per estendere le conoscenze acquisite da questa specie ad altri mammiferi, uomo incluso. Ulanovsky terrà una conferenza pubblica, che fa parte dei SISSA colloquium, dove racconterà le ultime scoperte e le prospettive future in questo campo.
Quando si viaggia una mappa può essere utile, anche quando sei un pipistrello. Nel caso di questo animale si tratta di una mappa “cognitiva”: nel cervello di questi mammiferi volanti è infatti contenuta una rappresentazione bi e tridimensionale dello spazio che gli permette di muoversi e cacciare senza commettere errori anche al buio. Di recente, Nachum Ulanovsky, neurofisiologo dell’Istituto Weizmann in Israele, osservando il comportamento dei pipistrelli della frutta nel loro ambiente naturale, e monitorandone gli spostamenti con un sistema di posizionamento GPS, ha scoperto che questi animali, come già è noto per gli uccelli migratori e alcuni insetti, possiedono delle mappe molto estese per volare su rotte di lungo raggio.
Queste mappe vengono “costruite” principalmente sulla base della stimolazione uditiva, usata dal meccanismo di ecolocazione dell’animale. I pipistrelli, come poche altre specie, usano un sistema di bio-sonar per muoversi (nel loro caso anche al buio): emettono suoni caratteristici, principalmente ultrasuoni, e in base al riflesso (eco) riescono a stabilire la posizione di oggetti e prede nello spazio.
Ulanovsy racconterà i risultati delle sue ricerche nel prossimo SISSA colloquium, una conferenza aperta al pubblico che si terrà il prossimo 31 marzo alle 12 nell’Aula Magna della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste.
La conferenza è aperta al pubblico e si terrà in inglese.