Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del Comitato per la Vita del Friuli Rurale
Per l’ennesima volta la TERNA SpA può esibire un bilancio da fare invidia alle più altolocate imprese mondiali impegnate nel lucroso affare dell’energia. Il vertice di berlusconiana matrice, oggi arricchito anche dalla competenza festivaliera e dai trascorsi di Fabrizio Del Noce -prestato anch’egli dalla Rai al mondo degli affari-, ha snocciolato risultati che hanno dell’incredibile, specie se confrontati con l’andamento della economia italiana. Ebbene, mentre le famiglie italiane tirano la cinghia, i lavoratori sono entrati nel tunnel del precariato e le imprese chiudono bottega, la TERNA fa un sacco di soldi.
Oggi può vantarsi di essere il primo operatore di trasmissione in Europa e il sesto al mondo per chilometri di linee gestite e, mentre nel 2005 era solo il decimo, c’è da chiedersi, se la crisi finanziaria e il vuoto politico nazionale giovino al suo stato di salute. La verità è che la TERNA possiede due galline dalle uova d’oro.
La prima è lo Stato Italiano che, in barba al libero mercato dell’energia imposto dalla Comunità Europea, le ha conferito una concessione monopolistica, l’ha dotata di un apporto finanziario che non chiede nulla in cambio e, fatto non meno strabiliante, ha rinunciato a fissare le regole del gioco: ovvero non redige il Piano Energetico Nazionale da ventri anni a questa parte.
L’altra gallina è il contribuente di questo povero Paese che, ignaro e succube paga la bolletta energetica fra le più care al mondo e, quindi, l’attivo della TERNA.
Con tutti quei denari al suo attivo e la contestuale arrendevolezza delle autorità locali si possono promuovere costose campagne pubblicitarie per forzare l’opinione pubblica ostile alle sue linee aeree, promuovere le famigerate compensazioni, finanziare gli ambientalisti che di tale generosità si sentono debitori, suscitare il consenso fra i media e, al caso, mantenere schiere di avvocati.
Se la TERNA fa il suo interesse alla stregua di una società indipendente e, come abbiamo visto lo fa con i denari del contribuente, meno comprensibile è il servilismo di certi Amministratori pubblici e il silenzio del burocrate, che, pure, sono mantenuti dal contribuente per vigilare e difendere gli interessi della collettività.
Altro non resta da fare che ristabilire l’equilibrio perduto, i valori della democrazia, così come sono stati sanciti dalla Costituzione repubblicana e controbattere punto su punto ogni illazione.
A offrire il destro ad un Comitato formato da un pugno di contadini è un articolo uscito con i tipi del Sole 24 ore e le sue controdeduzioni sono state subito rivolte agli Amministratori locali e ai Consiglieri regionali, perché non vi siano dubbi di sorta. Le argomentazioni non lasciano spazio alle illazioni, anche perché sono tratte dagli enunciati della stessa TERNA, dagli studi di società ed enti da essa partecipate, dalla Comunità Europea.