Lubjana chiama Friuli, e il Catas risponde. Circa 40, tra professori e studenti della facoltà di biotecnologie dell’università della capitale slovena, hanno visitato nei giorni scorsi l’istituto di certificazione di San Giovanni al Natisone. Accompagnato dal vice rettore dell’ateneo e scortati dal direttore generale del Catas Andrea Giavon, il gruppo ha potuto conoscere dal vivo le attività della struttura; 16 docenti si sono poi fermati per approfondire la visita, assieme a un rappresentante di Informest ID Wood. “Ci siamo confrontati per capire cosa fare assieme di concreto, al di là delle dichiarazioni di intento, inziando un rapporto di colaborazione – spiega Giavon. – A settembre inizieremo con delle lezioni all’università di Lubiana legate alle attività del Catas, mentre alcuni studenti torneranno in Friuli per redigere tesi di laurea all’interno della nostra struttura. Ci sembra una maniera seria di mettere a frutto, con piccoli passi, ciò che si sta facendo al Catas coinvolgendo le giovani leve”.
Andrea Giavon ha già esperienza e contatti con l’università: a Trieste da due anni tiene un corso su “Materiali e metodi di prove nella città del mobile” alla facoltà di Ingegneria industriale, ora aperto anche ad altri indirizzi, propedeutico alla specialistica. Il vicedirettore Franco Bulian insegna invece, in inglese, “Materiali e Tecnologie dell’Industria del Mobile” a 27 studenti della specialistica dell’università di Trieste (il corso si tiene a Pordenone) che, in sinergia con l’università tedesca di Lippe, dà diritto a un “double degree”. Alternando 6 mesi all’anno nelle due città, i ragazzi – un terzo sono italiani, un terzo tedeschi, il resto proviene da tutto il mondo (Cina, India, Bangadlesh, Pakistan, Iran) – prenderanno una doppia laurea. “Si tratta dell’unica esperienza del genere a Trieste – commenta Bulian, che quotidianamente al Catas si occupa di vernici, adesivi, pannelli e di altri materiali impiegati in questo settore. Nessuno prima di lui aveva finora organizzato una materia così vasta e tecnica in un unico insegnamento, raccogliendola anche in un libro un vero patrimonio di conoscenze. “Siamo partiti da zero, lo sforzo è stato notevole, ma le soddisfazioni hanno ripagato”.
Il lavoro del Catas diventa quindi cultura e si concretizza in 2 corsi universitari, a dimostrazione che il mobile può diventare materia di studio approfondita e di qualità elevata. “Gli studenti restano colpiti dall’incredibile varietà dei materiali e dagli aspetti innovativi in questo settore. Li sorprende come un oggetto d’arredo scontato come una sedia possa essere invece molto complesso”, riferiscono Giavon e Bulian, che esortano gli studenti a intraprendere un percorso poco affascinante solo all’apparenza: “chi sceglie di specializzarsi nel gestionale, ad esempio, trova immediatamente collocazione, prima ancora di concludere gli studi. Sono ruoli ambiti e ricercati, mancano figure dirigenziali con buone conoscenze tecniche, che abbiano toccato con mano i materiali. E’ un’esigenza industriale, e se i tecnici non li trovano qui… li si cercherà all’estero”.
Il Catas detta “legge” anche in Europa, in ambito normativo. Alla SpA di San Giovanni, considerata l’elevata esperienza e competenza nel campo del legno, viene richiesta una lettura critica della legislazione che coinvolge il mobile. A livello nazionale e internazionale il Catas già partecipa alla stesura dell’Ecolabel, il marchio europeo che certifica il ridotto impatto ambientale dei prodotti o dei servizi offerti dalle aziende che ne hanno ottenuto l’utilizzo.