La Relazione della Corte dei Conti sul
rendiconto generale della Regione Friuli Venezia Giulia per
l’esercizio finanziario 2013 ha ritenuto “non fondata la
preoccupazione istruttoria che i presidi ospedaliero universitari
inseriti nell’ambito di aziende con funzioni distrettuali possono
comportare un aumento della degenza media standardizzata, essendo
per contro perseguito l’obiettivo di una riduzione del ricorso
dell’ospedalizzazione e dei tempi di degenza media”.
“Osservato che l’attenzione istruttoria che è stata dedicata al
progetto di riforma – prosegue la relazione – si basava su un
documento politico-programmatico della Giunta e non su un
documento ufficiale di proposta legislativa, è stato anche
assicurato che la strutturazione degli organi delle aziende sarà
coerente con la normativa nazionale e regionale”.
Nel segnalare la discontinuità con le logiche che assistevano le
precedenti leggi regionali n. 12/1994 e n. 13/1995, la Corte dei
Conti ha quindi sottolineato che “uno degli obiettivi più
importanti della riforma è lo sviluppo dei servizi distrettuali,
di cui si riconosce il significativo ritardo a livello regionale”.
La Corte ha dunque rappresentato la “necessità di un’integrazione
tra ospedale e territorio che si realizzi anche sotto il profilo
istituzionale, al fine di superare una controproducente
diarchia”.
A riguardo ha sottolineato che “il patto per la salute 2014-2016
riconosce esplicitamente la necessità del superamento
dell’attuale modello organizzativo dei servizi sanitari
regionali”.
Una nota della relazione precisa che “il confronto istruttorio è
avvenuto nell’ambito di una riunione di lavoro intercorsa in data
10 luglio 2014 con il Direttore centrale salute, integrazione
sociosanitaria, politiche sociali e famiglia”.
L’assessore regionale alla Salute, Maria Sandra Telesca, ha
osservato che “la Relazione della Corte dei Conti ha un
rassicurante valore di orientamento per la Regione che trova nel
documento solidi argomenti contabili e amministrativi a conforto
delle linee strategiche individuate attraverso la riforma del
sistema sanitario regionale”.