Ammonta a ben 580.000 euro lo stanziamento che la Provincia di Udine ha deciso di destinare al Fondo Montagna 2014. Uno sforzo finanziario importantissimo di questi tempi, che testimonia ancora una volta la grande attenzione che l’ente provinciale ha sempre riservato alla montagna friulana.
Se il presidente del Consiglio Renzi, con la Legge di Stabilità, vorrebbe tagliare gli sconti per il gasolio e il gpl da riscaldamento e introdurre l’IMU sui terreni agricoli per le zone montane, e il Governo regionale sembra essersi girato dall’altra parte rispetto al grave stato di sofferenza in cui versa la montagna del Friuli che giorno dopo giorno si vede spogliare di servizi e presidi fondamentali per il territorio, la Provincia di Udine tenta di porre un argine portando, con il Fondo Montagna, ossigeno a chi in montagna ci vive e ci lavora per tutto l’anno. A chi in montagna vuole far crescere i propri figli, a chi, in buona sostanza, sa che non è sufficiente fare qualche passerella ogni tanto tra i monti per capire fino in fondo lo stato di sofferenza e disagio che implica il semplice fatto di scegliere di continuare a vivere nel paese in cui si è nati.
L’Amministrazione provinciale di Udine ha ben chiaro quali siano le misure da adottare per affrontare le problematiche del territorio montano – affermano il presidente, Pietro Fontanini, e il consigliere delegato, Luigi Gonano. Da un lato è necessario intervenire concretamente portando finanziamenti a tutti quei soggetti pubblici e privati che a vario titolo influiscono in modo decisivo sul miglioramento della qualità della vita della popolazione montana (intesa sia in termini di creazione e mantenimento di posti di lavoro sia in termini di servizi e di opportunità alla popolazione), dall’altro è di fondamentale importanza che chi ha in mano le redini, in questo caso l’Amministrazione regionale, attui senza più perdere inutilmente tempo quelle politiche strategiche che possono dare la possibilità alla popolazione montana di esprimere il proprio potenziale, misurandosi alla pari con il resto della popolazione regionale: fiscalità di vantaggio, viabilità ordinaria e forestale, abbattimento del gap infrastrutturale e tecnologico, riordino fondiario, politiche sociali e sanitarie incentrate sulla tutela della famiglia, sulla natalità e sulla prevenzione rispetto a quelle patologie e stili di vita che elevano qui, significativamente, il tasso di mortalità rispetto ad altre zone.
La Provincia di Udine con questo importante stanziamento ha cercato di dare risposta alle circa 570 domande pervenute, la maggior parte delle quali dalla Carnia, circa 400, un centinaio dalla Val Canale – Canal del Ferro ed il restante dalla fascia pedemontana e dalle Valli. Impossibile, ovviamente, accontentare tutte le richieste.
Maggiore attenzione hanno avuto quei soggetti operanti ad altitudini elevate e situati in zone periferiche rispetto al centro provinciale. Molti anche gli operatori economici che riceveranno un contributo per il mantenimento dell’attività, in particolar modo per quelle attività commerciali che sul territorio montano rappresentano un presidio ed un argine reale allo spopolamento o, addirittura, al dissolvimento sociale di una piccola comunità.