Questo era il coretto che cantavano i tifosi che, pur con poche speranze, avevano seguito i bianconeri a Genova. Come mai? Cosa è successo da domenica scorsa quando al Friuli i cori erano di tutt’ altra natura? Guardando la partita ed intervistando tifosi ed addetti ai lavori, c’ era fame, voglia, e grinta, qualità che nonostante assenze illustri come Allan e Domizzi, hanno dato vita ad una partita gradevole che i bianconeri con un pizzico di fortuna in più avrebbero potuto vincere. Il Mr facendo di necessità, virtù, ha messo in campo una formazione che pur mantenendo lo stesso modulo ha giocato in modo completamente diverso prediligendo la velocità ai troppi tocchi. Un centrocampo muscolare con Pinzi, Badu, e Kone, ha supportato a dovere la difesa che a sinistra ha visto esordire Wague, e l’ attacco che a sorpresa schierava Thereau e Geijo con Totò in panca. Diciamocelo, leggendo la formazione nessuno ci avrebbe scommesso un centesimo, invece le novità anno pagato forse oltre ogni aspettativa. Wague non ha rischiato nulla, Gejio ha lasciato la firma con un tocco d’ alta classe che ha superato l’ estremo doriano ed un’ incornata che ha picchiato contro l’ incrocio, Konè e Pinzi hanno garantito tecnica e per quanto possibile quantità, Widmer ha ravvivato la sua corsia dando vita ad una gara di quelle che ti fanno venir voglia di seguire il calcio. Non c’era il piedino di Zico, niente dribbling alla Sanchez; non è che tutt’ ad un tratto sia comparso il gioco della bella Udinese che il Guido ci ha mostrato i primi anni, o la spettacolarità dei bianconeri Zaccheroniani, o la consapevolezza della forza che aveva la squadra di Spalletti, non ci sono quegli uomini, ma la strada sembra quella giusta. Questa è un’ Udinese operaia che dimostra che cuore e gamba possono permettersi di rinunciare a volte anche alle stelle come Totò. Si ieri il giocoliere era in panca a supportare in ogni modo i ‘suoi’ ragazzi, ciò non significa che ora si godrà lo spettacolo dalla panchina, i suoi gol sono oro colato e fin che segna è giusto che giochi, giusto ma non tassativo. Questo perchè il gioco con mr 200 gol è diverso da quello che matura senza di lui ed in certi casi va bene sorprendere gli avversari. Io pallonaro da oratorio e scrivania, vorrei vedere Totò alla Baggio, dierto le punte che servite dal suo piedino fatato dovrebbero solo metterla dentro, chi di calcio ne sà dice che non è possibile, io credo che sarebbe la sua consacrazione.
Ora augurandovi buone feste, attendiamo la maggggica che sarà al Friuli dove l’ Udinese, pur decimata da infortuni e giudice sportivo, ma con i rientri di altri pezzi importanti come Silva, speriamo dia vita ad un’ altra gara da ricordare per prestazione e punteggio.