Una cerimonia avvolta dal mistero
Nel tempo, diversi storici hanno cercato di svelare il mistero che avvolge quest’antica cerimonia con diverse interpretazioni, spesso frutto di fervida fantasia. Di questa messa, infatti, non si ha ancora precisa documentazione su origine e significato. Di sicuro si tratta di uno dei riti liturgici più singolari e suggestivi che la Chiesa ha conservato.
L’appellativo “dello Spadone” deriva dal fatto che, durante la cerimonia liturgica, fa la sua comparsa una spada, appartenuta al Patriarca Marquardo di Randeck; spada che il Diacono usa, in diversi momenti, sollevandola e fendendo l’aria in segno di saluto, quando si rivolge al clero disposto nel coro, e ai fedeli.
La tesi più accreditata è quella che vuole dare alla cerimonia il doppio significato liturgico e politico, in quanto celebrata dal Patriarca all’atto del suo insediamento. Il Patriarca, infatti, era anche uomo d’arma, perché deteneva il potere temporale di un vasto territorio: il Patriarcato d’Aquileia. La tesi può essere ulteriormente avvalorata dal fatto che il Diacono, con un elmo piumato in testa, durante alcuni momenti del rito impugna con la mano destra la spada e con la sinistra l’Evangeliario.
La rievocazione storica dell’entrata nella cittadina ducale patriarca Marquardo von Randeck
Al termine della Messa, Cividale del Friuli sarà teatro, come accade sin dal 1984, della rievocazione storica dell’entrata nella cittadina ducale del patriarca Marquardo von Randeck, avvenuta nel 1366. Centinaia di figuranti animeranno le vie del centro al termine del rito liturgico: la Comunità di Cividale si appresterà ad accogliere il Patriarca sfilando da Borgo di Ponte, mentre accompagnato dai Ministeriali Maggiori Marquardo von Randeck entrerà da Porta San Pietro e raggiungerà in corteo piazza del Duomo. Qui, con una suggestiva cerimonia, i nobili liberi e i castellani di Cividale omaggeranno il Patriarca con preziosi doni, il popolo agricoltore consegnerà la canipa in segno di fedeltà, il Principe della Patria decreterà la reinvestitura di alcuni feudi, il maestro d’arme condurrà una tenzon cortese ed, infine, Marquardo von Randeck riceverà la spada da stocco in segno del potere temporale mentre la Comunità tutta giurerà solennemente la fedeltà al Patriarca. Oltre 150 i figuranti protagonisti di quella che si annuncia una sfilata di grande impatto e coinvolgimento, anche grazie alle musiche, rinnovate e sempre più aderenti alla tradizione originale dell’epoca.
Ad organizzare l’evento, la cui regia è curata da Luca Altavilla, l’Amministrazione municipale di Cividale del Friuli, Assessorato al Turismo, in collaborazione con molte associazioni della città.
Animazioni medievali pomeridiane
Dalle ore 14 fino al tramonto tutto il centro storico ospiterà animazioni medievali: dimostrazioni di tiro con l’arco medievale (tiri di prova per il pubblico) a cura del Gruppo Storico Forojuliense, animazione dei cavalieri a cura di Equestrian Magic Show, musica medievale con i Modi Versus, scherma antica a cura della Compagnia de’ Malipiero, Le facezie di Fra’ Cipolla con i Gallistriones, rullate dei Tamburi di Guerra di Cividale del Friuli, arte di strada e fuoco con i Ratatuie. Durante l’intera giornata sarà aperto il Mercatino dell’Epifania in Foro Giulio Cesare.
Approfondimenti – La storia
Una cerimonia mutuata dal mondo germanico
Marquardo von Randeck, Patriarca d’Aquileia, fece il suo ingresso a Cividale del Friuli nel 1366. Si trattava di un evento di grande prestigio per la Città. Tutta la comunità diede lustro all’avvenimento con onori fastosi. La tradizione suggerisce che Marquardo, capo spirituale e temporale del Patriarcato aquileiese, prese possesso di Cividale e del suo territorio e introdusse la Messa dello Spadone. Una cerimonia mutuata dal mondo germanico che unisce forme liturgiche dell’antica Chiesa aquileise-cividalese del XII secolo con una ritualità politica e civile di derivazione imperiale. Da quel lontano 1366 questo rito ancor oggi viene celebrato nel giorno dell’Epifania.
La solenne liturgia
La solenne liturgia segue, dal 1366, un preciso protocollo: inizia con l’ingresso del clero in corteo, aperto da un giovane chierico che porta una croce; seguono i canonici, il diacono, il celebrante con a fianco il maestro delle cerimonie; il corteo è chiuso dagli altri chierici. Durante il rito il diacono indossa un elmo piumato, con la mano sinistra regge un prezioso evangeliario e con la destra impugna una lunga spada, lo “Spadone” che dà il nome alla Messa. Nel corso della liturgia il diacono solleva più volte lo Spadone e, fendendolo avanti a sé per tre volte, rivolge un segno di saluto al Celebrante, al Capitolo e al clero disposto nel coro e ai tanti fedeli che gremiscono la chiesa. I testi della liturgia sono proclamati o cantati in latino, secondo il Rito del Concilio Vaticano II, mentre risalgono al XII secolo, e fanno parte del patrimonio del canto sacro della Chiesa Aquileiese-Cividalese il canto dell’Epistola, dell’Evangelo e l’Annuncio delle celebrazioni pasquali.
La Messa dello Spadone trae origine dal mondo germanico tardomedievale dove questa celebrazione religiosa era nata con il nome di Schwertmesse – Messa della Spada. Fu celebrata per la prima volta a Basilea nel 1347, poi in Francia e in Germania e, da qui, venne “importata” in Friuli da Marquard von Randeck, patriarca di Aquileia. Il 6 luglio 1366, di fronte alla nobiltà e al popolo radunati nella basilica cividalese, Marquardo ricevette dal vicedecano del Capitolo una spada, simbolo della sua signoria spirituale e temporale. Con essa celebrò a Cividale la prima Messa dello Spadone, replicando il rituale della Schwertmesse. Oggi questo antico rito rivive solo nella città di Cividale, dove, forse, si è voluto conservare, anche se in copia, la spada di Marquardo, considerata l’ultimo simbolo dello Stato patriarcale nel quale Cividale ebbe un ruolo di primo piano. Ancora oggi questa straordinaria liturgia testimonia in modo vivo e vitale il grande patrimonio religioso, spirituale e storico di Cividale.
Spada, elmo ed evangeliario
La lunghezza singolare di questa spada – ben 109 centimetri – ha indotto i cividalese a chiamarla familiarmente “spadone”. Si tratta di uno stocco (lama di foggia tedesca) risalente alla metà del 1400; sulla guardia dell’elsa è incisa l’iscrizione con il nome di Marquardo e la data del 6 luglio 1366. L’elmo è di foggia cinquecentesca, in cuoio finemente decorato. Un dragone fa da cimiero e, nella parte anteriore, c’è la raffigurazione di Santa Maria Assunta, titolare del duomo cividalese. L’evangeliario, adoperato esclusivamente per la Messa dello Spadone, è un codice del XV secolo contenente il Vangelo dell’Epifania. La copertura, applicata su una tavola lignea rivestita di velluto rosso, è in lamina d’argento sbalzata e dorata con una pregevole Crocifissione del 1200. L’evangeliario fu ricopiato, da un testo più antico, dal presbìtero polacco Valeriano de Albaecclesia nel 1433. Spada, elmo ed evangeliario sono esposti al Museo Cristiano e Tesoro del Duomo, con entrata accanto al campanile.
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