Marzo pazzerello come la Stramaudinese. Scende in campo con una formazione rimaneggiata che integra l’ esperienza di uomini come il capitano Di Natale, il sempre pronto Pasquale ed il gladiatore Pinzi, al dinamismo di Widmer alla spregiudicatezza di Wague ed in generale alla voglia di riscatto di un gruppo che non ha ancora ben chiare molte cose, ma che forse si stà trovando. Quando, dopo alcuni minuti di fumo senza arrosto arriva il gol granata, gli spettri ed i gufi tipici del Friuli sembrano riprendere vita. Il pubblico rumoreggia, ma al contrario delle altre volte, pur rischiando, l’ Udinese non molla. Sarà stato il ritiro, a cui personalmente non credo molto, saranno state le correzioni dello Stramister che sembra abbiano dato più equilibrio o più probabilmente sarà stato il maggior impegno e la grinta da parte di tutti, quel che è certo è che si è vista una partita gradevole con alcuni spunti di ‘calcio’ come si deve. Le paure ci sono ancora tutte e si vedono quando una sfortunata deviazione di Piris porta i granata ad una sola lunghezza dall’ Udinese che tende ad abbassarsi troppo sotto le sfuriate di un Toro ferito ma non domo. I mali non si possono curare in un attimo ma, a prescindere dal risultato, la strada sembra quella giusta. Speriamo solo che non sia una partita fine a sè stessa ma che sia quella che fà ritrovare la magica Udinese.