Abbiamo già avuto modo di discettare in lungo ed in largo su quelle che sono le questioni preminenti legate al precampionato dell’Udinese, inerenti soprattutto a questo lasso di tempo che parla per lo più di una tanto necessaria quanto canonica preparazione estiva. Ora non ci resta che andare a toccare uno o più argomenti tra quelli che restano ancora da toccare, all’interno della medesima area concettuale. Si parla sempre di Udinese, di una squadra che piano piano viene ad emergere ma della quale non sappiamo soprattutto una cosa, e ci addentriamo quindi in quello che battezziamo come l’argomento residuale principale legato al training estivo. L’interrogativo, che lascia spazio a più risposte possibili e egualmente valide, lo trattiamo qui di seguito. Come avrà sdoganato la nostra cara Udinese le eufemisticamente proibitive masse di lavoro alle quali si è dovuta sottoporre nel corso dell’estate ? Ed in subordine, sull’onda di quello che dovrebbe essere uno dei pensieri fissi degli addetti ai lavori inerentemente alla preparazione precampionato, può essere stato davvero troppo proibitivo – brevemente discorrendo – affrontare una così importante preparazione estiva in quello che si poteva tranquillamente definire come un “forno a cielo aperto”, ossia l’ambiente dei campetti di allenamento dei Rizzi considerato nel suo essere di questa torrida estate, fin quasi impossibile da vivere con la dovuta leggerezza dal punto di vista climatico ? I due argomenti sono strettamente legati assieme e proveremo a dargli una risposta unitaria. Di sicuro possiamo incominciare col dire che dal punto di vista tecnico-sportivo che andiamo ora a toccare di striscio, sottoporsi in maniera e misura violenta ad una massa di lavoro sin da subito intensiva non può che lasciare i suoi segni sulla macchina umana dei singoli giocatori a disposizione di Mister Colantuono. Questo perché di sicuro sarebbe meglio iniziare a faticare con gradualità, pur raggiungendo dei carichi di lavoro elevati ed intensi, ma questo solo al momento giusto, nel momento in cui la macchina umana dei giocatori può effettivamente sopportare determinati livelli di intensità. C’è da dire che iniziare “violentemente”, con masse di lavoro particolarmente incisive sin dai primi tempi, può generare le sue belle e chiare conseguenze visto che iniziare con livelli di intensità elevati sin da subito, non può che andare a generare in atleti che hanno terminato le loro sgroppate si potrebbe dire l’altro dì, non avendo avuto il tempo di smaltire le fatiche della scorsa stagione, un eccessivo accumulo di quelle che chiamiamo con semplicità “tossine” e che di norma dovrebbero fare capolino soltanto allorquando si è già molto avanti con il lavoro, a stagione inoltrata. E quindi se dette “tossine da sforzo” pervadono il fisico dei giocatori dell’Udinese sin dai primi tempi della preparazione, ci si domanda logicamente in che condizioni potranno arrivare i nostri giocatori quando la stagione entrerà nel vivo, visto che all’interno del gruppo bianconero non è che vi siano soltanto giocatori dai grandi mezzi spendibili sin da subito. Tutt’altro, vi sono anche giocatori meno dotati dal punto di vista delle risorse fisiche e tutti da far crescere, che non possono sottoporsi a grandi lavori extra così su due piedi. Comunque non è nostra intenzione estendere proprio in questa fase critica in cui si costruisce una intera stagione imbastire delle polemiche che certo non gioverebbero. Anzi, tutt’altro. Diciamo pure che ci fidiamo del lavoro dello staff tecnico dell’Udinese che ci ha consegnato una squadra in grado di fare i suoi bei risultatini in questo precampionato, giungendo davvero tonica, ed è quel che più conta al primo appuntamento ufficiale di questa stagione che ha preso il via da un tempo ancora troppo breve per andare a costituire come si suol dire “giurisprudenza”, comunque sia. Ci vorrà ancora del tempo per avere contezza sulla tenuta fisica “di lungo periodo” di questa squadra, comunque se il buongiorno si vede dal mattino e la squadra si manterrà per lungo tempo sui livelli di tonicità denotati sinora, fornendo magari rispondenze ancor più elevate qualitativamente, possiamo tranquillamente dire di essere a cavallo, sperando ovviamente che la durevolezza dal punto di vista prestazionale di questa squadra non vada esaurendosi eccessivamente nel tempo: al contrario, ci si attende che la capacità di smaltimento delle masse di lavoro propria della squadra vada soltanto ottimizzandosi cammin facendo, osservando quindi un trend di esclusivo miglioramento e quindi aumentando il margine della resistibilità dal punto di vista prestazionale proprio di una squadra che comunque, è proprio il caso di sottolinearlo come una dato assai migliorativo della reputazione agonistica dei bianconeri, sta imparando a lavorare sodo. Proprio grazie alla validità dal punto di vista professionale di uno staff tecnico bianconero che conferma di attestarsi come sempre su livelli davvero assai elevati. Non ci resta che ribadire che la maestria da anni denotata dalla famiglia Pozzo nella determinazione delle credenziali proprie dello staff tecnico bianconero pone l’Udinese in una posizione di assoluta predominanza rispetto ad altre realtà, allorquando si parli di tassi di qualità specifica. L’Udinese sa scegliere, sa costruirsi per mezzo di mani sapienti e sa determinarsi; e questo non lo scopriamo certo soltanto oggi. Per quanto attiene ad un inizio di campionato abbastanza difficoltoso, pare essere sempre meglio affrontare Madama Juventus ben presto, nell’immediatezza dell’inizio di un campionato nel quale la Vecchia Signora non è dato sapere se inizierà a carburare subito. Quindi meglio poter approfittare di qualche defaiance che potrebbe capitare alla stellata squadra torinese proprio in ragione di una preparazione forse ancora non del tutto completa e realizzata. Ben presto, ossia domenica prossima, potremo scoprire se basteranno ai friulani l’entusiasmo e la tonicità pronta che non mancheranno, o se ad avere la meglio saranno comunque i superiori valori valori tecnici di Madama Juventus, nonostante che il livello di forma dei bianconeri torinesi non abbia già raggiunto un rate ottimale.
PUNTO MERCATO – Dopo aver chiosato intorno al punto della squadra dal punto di vista della preparazione, passiamo ora a valutare in che maniera si sta costruendo questa squadra dal punto di vista del proprio consolidamento strutturale, e lo facciamo dando qui una valutazione finale al mercato estivo dell’Udinese. Ebbene, innanzi tutto bisogna dire che almeno per quest’anno il numero degli arrivi supera di gran lunga, quantomeno dal punto di vista quantitativo, quello delle partenze. Anche se la squadra è privata della qualità a centrocampo di un grandissimo talento qual è Allan, finito guardacaso al Napoli di un De Laurentis che assieme ai suoi uomini se ne intende davvero, il livello di qualità del reparto dovrebbe venire compensato in misura abbastanza adeguata dall’arrivo di un paio di promesse di grosso calibro, quali sono Edenilson (che a Genova si è mostrato eccome agli intenditori del calcio nel ruolo di esterno di centrocampo) ed Iturra (che ha fatto bene invece a Granada nel ruolo di regista di centrocampo dotato di fantasia e duttilità. Adeguato supporto tra gli esterni di centrocampo dovrebbe essere pure Marco Davide Faraoni, che nell’ultima stagione si è messo in grande luce in quel di Perugia. Stesso discorso vale per Alexander Merkel che ritorna ad Udine dal Grasshoper di Zurigo, ed è anche lui uomo da grandi performance. Se consideriamo poi che c’è anche Ali Adnan che rappresenta una valida soluzione in questo settore, possiamo veramente dire che il centrocampo dell’Udinese è al completo, anche in considerazione del fatto che ben presto arriverà ad Udine dalla Roma un certo Marquino, anch’egli un grande pedalatore dotato di una eccelsa tecnica. Anche l’attacco è davvero a posto, visto che ora si può fregiare di un certo Duvan Zapata, arrivo di extra lusso arrivato da Napoli dove come sappiamo si è fatto conoscere per notevoli capacità tecniche ed atletiche. In difesa, dopo la partenza di Bubnic e Gabriel Silva “spediti” altrove, non sappiamo se sarà sufficiente il solo arrivo del pur esperto centrale Camigliano e del giovane Mori, anche se lo stesso Alì Adnan dovrebbe servire pure a sopperire egregiamente, da parte sua e con il contributo di altri elementi messi a disposizione di Mister Colantuono, alle necessità tecnico-tattiche del reparto.
Articolo d’opinione di
Valentino Deotti
valentinodeotti@nordestnews.com