Ora si, ora abbiamo veramente maturato la massima chiarezza di idee, nel merito delle vicende – più traverse che altro – che riguardano la nostra Udinese in questa fase della sua esistenza. E abbiamo maturato nella nostra mente la convinzione che non vi è più margine possibile per mantenere le cose come stanno in seno allo staff bianconero. Bisogna cambiare gli uomini in gioco. Punto e basta. Perché oramai quelli che dovevano mettere mano sulla squadra hanno dimostrato di non disporre dei numeri e degli strumenti necessari a dare uno slancio nuovo ed in generale forze positive ed energie nuove al rendimento dell’Udinese di oggi. Sono oramai passate undici giornate di campionato, un cospicuo numero se consideriamo che l’intero calendario della Serie A ne contempla sole 38, e sino ad ora non si è fatto altro che fare la cosa peggiore che si poteva fare, a livello di atteggiamento. Si è andati per tentativi di innovazione isolati e non sottoposti ad un adeguato livello di testing preliminare, si è andati per prove d’errori come si suol dire, non collezionando altro che altrettanti isolati insuccessi, fatti anche di semplici buchi nell’acqua a livello di progetto. Tutti gli esperimenti di innovazione di squadra hanno dato un feedback non positivo; praticamente tutti, uno sull’altro, e ogni volta si è tornati sempre allo stesso punto di approdo. Si è in sostanza concluso che l’unica soluzione tattica in grado di funzionare oggi in quel di Udine è il benedetto 3-5-2, ma anche che le energie della squadra non danno adito a grandi speranze per il futuro, visto che il livello di atletismo e la brillantezza atletica della squadra non hanno mai raggiunto livelli sufficienti, nemmeno alla bell’ora degli inizi di novembre. E quindi ora bisogna finalmente e definitivamente rompere gli indugi, sciogliere le riserve e decidere di dare all’ossatura di questa squadra degli uomini esperti che possano effettivamente in grado di impartire alla squadra una svolta, sotto ogni punto di vista possibile ed immaginabile. Ebbene si, non si può più pensare di continuare a fare affidamento su chi sinora non ha saputo ottenere il massimo da questa squadra, bisogna cogliere la palla al balzo per intraprendere nuove soluzioni, radicalmente. E anche presto, poiché non si potrà continuare così dopo la sfida contro il Napoli a Fuorigrotta salvo che da questa sfida non giungano segnali inequivocabili di riscatto. Quindi, o si coglie una insperata vittoria contro il Napoli in casa dei campani, oppure l’avventura di Colantuono e dei suoi uomini ad Udine può considerarsi avviata appieno sul viale del suo tramonto. Non si può più pensare di procedere ancora per tentativi a novembre, con un bottino di punti tutto fuorché esaltante che parla di soli 12 punti incamerati sinora e di una squadra che come abbiamo visto ha avuto le sue difficoltà a ben figurare contro il Sassuolo in casa, allorquando contro i neroverdi ad Udine avrebbe dovuto cogliere un disinvolto successo. Non vogliamo proprio scendere nei dettagli tecnici di quello che non è funzionato a dovere, perché come ci ha fatto notare qualche nostro amico di questi tempi il rischio maggiore è quello della ridondanza. Si rischia di ripetere ciclicamente sempre le medesime cose, e quindi limitiamoci a lanciare un messaggio ultimativo, che in realtà abbiamo già delineato a botta calda nei commenti in diretta o quasi alla gara contro il Sassuolo. Ora bisogna cambiare subito gli uomini che lavorano sulla squadra, perché la squadra stessa non può seguitare a deludere seguendo un ritmo ed un andazzo che senza girarci troppo intorno, stanno diventando nauseanti. Si può prendere qualsiasi via decisionale, ma bisogna assolutamente cambiare la guida della squadra con un’altra in grado di cambiare in brevissimo tempo le carte e le speranze che ci possono essere sul “tavolo verde” all’ombra del Nuovo Stadio “Friuli”.
Articolo di
Valentino Deotti
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