Discriminata perché brutta, al culmine arriva il licenziamento, la donna si rivolge al punto Antimobbing della Provincia
“Sei brutta, non voglio vederti, mi rovini la giornata”. E’ la storia di una donna friulana-operaia specializzata, vessata dal titolare dell’azienda per ragioni estetiche. Al culmine è arrivato il licenziamento attraverso l’escamotage della soppressione del posto di lavoro. Situazione che la signora ha denunciato al punto Sos Antimobbing della Provincia di Udine; l’equipe che comprende vari esperti (psicologo, avvocato, medico del lavoro, medico legale, psichiatra) e offre supporto gratuito a lavoratori e lavoratrici vittime di molestie sul lavoro, ha intrapreso un percorso che ha portato ad avviare una causa civile per l’impugnazione del licenziamento. Ma questo è solo uno dei casi affrontati negli ultimi mesi dallo sportello: le difficoltà per le donne, in termini di discriminazioni e vessazioni sui luoghi di lavoro, sono molte. Non si tratta di violenze fisiche ma di discriminazioni di genere messe in atto con diverse azioni vessatorie. L’avvocato Teresa Dennetta oggi – mercoledì 18 novembre – nel corso del convegno “Il posto di lavoro: opportunità o soprusi?” organizzato dalla Provincia di Udine e dalla Commissione provinciale pari opportunità presieduta da Maura Pontoni in occasione della “Giornata internazionale contro la violenza sulle donne”, ha raccontato anche altre storie. Come quella di una donna che, per aver rifiutato le attenzioni di un collega, in un contesto prettamente maschile, si è vista ostacolata nell’attività lavorativa attraverso volute alterazioni nella comunicazione delle consegne, situazione che l’ha portata all’emarginazione da parte anche degli altri colleghi. In questo caso l’azienda è stata sensibilizzata sul problema e ha attuato iniziative a tutela della persona vessata comprendendo la consapevolezza della necessità di una specifica formazione del personale sulla discriminazione di genere troppo spesso ignorata o sottovalutata. “Riceviamo con frequenza – ha aggiunto Dennetta – anche segnalazioni di pacche sul sedere alle lavoratrici da parte del datore di lavoro”. Uno scenario che richiede interventi ancora più efficaci per tutelare i diritti delle lavoratrici e realizzare le vere pari opportunità. “E’ essenziale un investimento di tipo culturale – ha commentato l’assessore provinciale Elisa Battaglia – un’opera di sensibilizzazione sulla parità di genere ancora più incisiva per fare in modo che questo tipo di violenze e soprusi in ambiente lavorativo vengano meno. E’ fondamentale, inoltre, fare sviluppare ai giovani un adeguato approccio su queste tematiche ma anche applicare pene severe per i vessatori. Il punto d’ascolto della Provincia (attivo a Udine e a Tolmezzo) ha visto crescere nei suoi nove anni di attività le segnalazioni che giungono per la maggior parte da donne; offre un supporto qualificato ed efficace, gratuito e sicuro, individuando percorsi ad hoc per affrontare le singole problematiche”. Ma negli ambienti lavorativi vi sono anche esperienze positive, a esempio, nell’aver applicato strategie di conciliazione dei tempi di vita e lavoro come quelle descritte da Sarah Della Rovere, componente della Commissione Provinciale pari opportunità, titolare dell’azienda Zeta srl di Premariacco una piccola azienda a conduzione familiare e a maggioranza femminile (quasi tutte le dipendenti sono donne) e da Roberta Degano, dipendente del presidio di riabilitazione “La Nostra Famiglia” di Pasian di Prato (in cui è anche rappresentante sindacale), consigliera del Comune di Pasian di Prato e vice presidente della Commissione comunale Pari Opportunità. In quest’ultima struttura, grande attenzione è stata posta alle necessità delle dipendenti e delle loro famiglie tanto da prevedere la possibilità di concedere il part time al 100% degli operatori, modalità inclusa nell’accordo decentrato aziendale, che Degano ha contribuito a formulare.