Espose con Valle e D’Olivo; tra i fondatori del Centro friulano arti plastiche fu tra i primi “avanguardisti” autoctoni
Venerdì 11 dicembre (ore 17) convegno a palazzo Belgrado; venerdì 18 dicembre l’inaugurazione della mostra in Sant’Antonio abate
Nuovo importante tassello del percorso di approfondimento e valorizzazione degli artisti locali intrapreso dalla Provincia di Udine che ha predisposto un corposo progetto dedicato a Nando Toso (1921-2010). Si tratta di un articolato omaggio ad un protagonista autorevole dell’arte friulana di cui ha contribuito a segnare lo sviluppo negli ultimi 70 anni, declinato in un convegno, una pubblicazione monografica, una mostra, un concerto per orchestra realizzato dal maestro Valter Sivilotti e anche una serie di attività didattiche rivolte alle scuole. Il progetto è sostenuto dall’Ente con fondi propri ma anche da un contributo (40 mila euro) assegnato dalla Regione Fvg in funzione della partecipazione a un bando ad hoc (Lr 23/2013) al quale la Provincia di Udine si è classificata al terzo posto. In questa progettualità sono coinvolti, oltre alla Provincia (nel ruolo di capofila), anche i Comuni di Talmassons e Lestizza, il Museo diocesano e Gallerie del Tiepolo di Udine, il Centro friulano Arti Plastiche e Arteventi società cooperativa.
Primo appuntamento in programma, il convegno “Nando Toso 1921-2010 e l’arte negli edifici pubblici” che si terrà venerdì 11 dicembre alle 17 a palazzo Belgrado. In apertura, il presidente della Provincia di Udine Pietro Fontanini e l’assessore alla cultura Francesca Musto illustreranno le motivazioni del progetto e i contenuti. Spazio quindi agli interventi del sindaco di Talmassons Piero Mauro Zanin, dell’architetto Michele Gortan (“Introduzione e inquadramento storico-sociale e politico in cui Toso-D’Olivo e Valle esposero le loro opere a Udine”), del professor Gianfranco Ellero (“La figura dell’artista negli anni post-conflitto mondiale e la figura dell’artista oggi), dell’architetto Bernardino Pittino (“La figura dell’architetto negli anni post-conflitto mondiale e l’architetto oggi”). “Toso-D’Olivo-Valle il rapporto con le associazioni culturali degli anni ’50 attraverso testimonianze dirette” i temi delle relazioni di Marco Toso, Pietro Valle e Giovanni della Mea. Conclusioni di Luca Caburlotto (direttore del Polo museale del Fvg-Ts) sulla legge 717 del 1914, la cosiddetta legge del 2%, l’arte negli edifici pubblici, esempi concreti della sua applicazione e della sua disapplicazione nella nostra Regione, risultati e conseguenze.
Dal 18 dicembre al 14 febbraio, nella chiesa di Sant’Antonio abate, si terrà la mostra dedicata a Nando Toso con un’ottantina di opere esposte, una selezione che consentirà al visitatore di approfondire la conoscenza dell’artista.
Note biografiche Toso esordì nel 1943 con una pittura di ascendenza espressionista. Assieme a Toso esponevano i futuri architetti Marcello D’Olivo e Gino Valle, la “pattuglia di punta” così venne definito il trio dal critico Arturo Manzano demarcando già la qualità delle produzioni. Toso subisce la prigionia in Germania, durata fino alla liberazione del ’45. Con la partecipazione alle mostre locali del dopoguerra, emerge la tensione all’astrattismo. Nel ’48 il grande salto stilistico e contenutistico con la partecipazione, assieme a Mario Mattioni, Aldo Bulfoni, Toni Menossi e Giulio Piccini, alla Mostra degli Astratti Friulani nelle sale del Circolo Artistico Friulano di Udine. In seguito, il periodo dal ’48 al ’59 risulta caratterizzato, da un lato, dalla forte influenza della pittura di Cezanne, ravvisabile soprattutto nelle nature morte, e dall’altro si situa in un momento di passaggio dal naturalismo all’astrazione definitiva di matrice informale. Inoltre, in questa fase, emerge nella pennellata libera e istintiva dell’artista la forza costruttiva e lirica del colore dei fauves. Nel ’58 vince il primo premio per il bozzetto da realizzare in mosaico alla Camera di Commercio di Udine. Nel ’62 la personale tenuta alla Galleria del Girasole di Udine segna il suo definitivo passaggio all’informale. Vince nel ’63 il concorso nazionale per la decorazione in mosaico del liceo Scientifico “G. Marinelli” di Udine, eseguito dalla Scuola Mosaicisti di Spilimbergo. Negli anni Ottanta infine recupera i temi del figurativismo.
E’ uno dei fondatori del Centro Friulano Arti Plastiche. Presente a sei edizioni dell’Intart, a tre internazionali di grafica e a numerose altre manifestazioni in Italia e in Europa.
Stilisticamente si può collocare Toso come uno dei primi avanguardisti “autoctoni”, la cui pittura si svolgeva in una serena e quasi fiabesca articolazione di superfici cromatiche cubisticamente strutturate, presente anche nei paesaggi figurativi degli anni Cinquanta. Nel 1960 la composizione tornò a sganciarsi da ogni pur minimo riferimento alla realtà, unendo all’intensità del colore un impegno costruttivo. L’informale scaturì in lui non programmaticamente ma per evoluzione spontanea del linguaggio verso una sempre maggiore libertà, una maggior interiorizzazione perseguita romanticamente come energia, veemenza emotiva, calore passionale. Fu l’epoca delle grandi esplosioni materiche, del valore espressivo del gesto che interveniva sul pigmento per ferirlo, graffiarlo, segnarlo e, insieme, per accentuarne il caldo ribollire vulcanico. La pittura di Toso univa il lirismo dei veneti alla “terrestrità” densa di ancestrali richiami dei friulani. Nella produzione successiva del pittore la forma veniva recuperata in termini di dimensione onirica, di cifra magica, in cui la linea riassume una funzione portante. Per diverso tempo il punto di riferimento di Toso è stato un Picasso interpretato in chiave d’irrazionalità fantastica. Negli anni Ottanta e nei primi anni Novanta l’artista mostrava di richiamarsi all’ultimo Afro; ma c’era anche qualcosa del “veneziano” Saetti e dell’immaginazione leggendaria di Chagall.