Ogni giorno succedono centinaia se non migliaia di cose diverse. Ogni persona fa tante piccole azioni senza neanche rendersi conto. Tutti noi vaghiamo inconsapevolmente senza sapere cosa succederà davvero nel secondo successivo. Siamo sempre presi da mille cose da fare e non ci rendiamo davvero conto della varietà di cose che in realtà stiamo. Possiamo guardare la televisione, mentre laviamo i piatti, intanto che canticchiamo un motivetto assurdo che ci ronza in testa da tutto il giorno e nel frattempo sbattere le ciglia perché un dispettoso insetto ha deciso di fare del nostro bulbo oculare il suo incidente di percorso. Nello stesso secondo, nello stesso istante. Magari però succede anche qualcosa di diverso. Magari in quell’istante la televisione trasmette anche una pubblicità di un qualche prodotto e noi decidiamo di alzare lo sguardo. Allora, quella stessa pubblicità ci riporta alla mente un qualche vago ricordo o una persona che non sentiamo da anni. Ne rammentiamo il profumo caratteristico, la ciocca che aveva sempre fuori posto e le mani rese ruvide dagli anni di lavoro.
A Natale, si sa, si è tutti nostalgici e si tirano le somme in fatto di affetti. I più fortunati passeranno il Natale con la propria famiglia. Faranno un cenone la Vigilia oppure un pranzo luculliano il 25. Poco importa. L’importante è che quel giorno ci siano i visi che più si amano. Le cose in realtà si svolgono in modo diverso. Molte volte le feste vengono trascorse con persone che se non fossero nostri parenti non li sceglieremmo mai nemmeno come conoscenti. Ci ritroviamo quindi a sorridere a persone in fin dei conti sconosciute, il cui unico interesse è, una volta l’anno per lo meno, farsi i fatti tuoi. Pensiamo quindi ai nostri cari e, mentalmente, eliminiamo dal nostro cervello metà del ‘parentame’. Intanto che portiamo a buon fine questo difficile compito, cauti di non farci scorgere a fare smorfie mentre lo facciamo, ecco in quel momento, un parente sconosciuto di ventunesimo grado t’importuna con una domanda tanto ovvia quanto fastidiosa. Ed è in quel momento che alla televisione appare il finale di “Una poltrona per due”, quando Dan Aykroyd ed Eddie Murphy riescono nel loro intento di vendetta, lasciando Don Ameche e Ralph Bellamy disperati. Ecco in quel momento decidi di citare proprio Don Ameche quando dice “Che vada a farsi fottere!” . Questi sono i veri segni del destino.