Il 2016 è iniziato da una decina di giorni e siamo tutti curiosi di sapere cosa ci riserverà… È decisamente troppo presto per conoscerlo nel dettaglio, tuttavia abbiamo già in agenda alcuni appuntamenti che potrebbero regalarci grandi soddisfazioni; mi riferisco in particolare alle Olimpiadi e Paralimpiadi di Rio de Janeiro, in calendario rispettivamente dal 5 al 21 agosto e dal 7 al 18 settembre.
Dal momento che il filo conduttore di questa rubrica è la disabilità “sana”, ovvero positiva e propositiva, che trova nello sport uno dei suoi alleati migliori, voglio iniziare quest’anno raccontandovi la storia di Michele Pittacolo, un paraciclista friulano che a Rio de Janeiro vivrà la sua seconda Paralimpiade.
Michele arriverà in Brasile portando con sé il ricordo dello splendido bronzo conquistato il 6 settembre 2012 alle Paralimpiadi di Londra e, ovviamente, cercando questa volta di salire sul gradino più alto del podio, ma com’è cominciato il suo sogno? “Era il giugno 2009 e mi trovavo a Praga con la Nazionale, per disputare il campionato europeo Master 2 di bici su strada; avevo mancato il podio per un soffio, arrivando quarto, ma si trattava comunque di un risultato molto importante, il primo dopo la rinascita. In quel momento piangevo lacrime di delusione, ma anche di gioia; ad un certo punto mi si avvicinò una signora e, vedendo la cicatrice che ho in testa, mi disse che sarei potuto diventare un atleta paralimpico” – racconta; questa signora, che risponde al nome di Patrizia Spadaccini, è un’atleta-guida per ciclisti non vedenti e ormai da parecchi anni è di casa presso la sede del Comitato Regionale CIP Friuli Venezia Giulia, pertanto non ha avuto difficoltà a presentare Michele alla Presidente del Comitato, Marinella Ambrosio, la quale in quattro e quattr’otto l’ha convinto a sottoporsi alle visite di classificazione del CIP. Così, da luglio 2009 Michele Pittacolo è entrato a far parte del mondo paralimpico e gareggia nella categoria CP4, che raggruppa gli atleti colpiti da paralisi cerebrale.
Potrà sembrare strano, ma proprio in questo “universo parallelo” (di cui prima non sapeva assolutamente nulla) Michele è riuscito a compiere il fatidico salto di qualità, ingranando la marcia in più che gli era mancata nel primo ventennio trascorso in sella alla sua bici, quando era un ragazzo come tanti che lottava per conquistarsi un posto nell’Olimpo delle due ruote e non immaginava che da un momento all’altro tutto sarebbe irrimediabilmente cambiato.
Quell’attimo indimenticabile, che avrebbe potuto spazzare via per sempre i sogni di gloria di questo giovane corridore friulano, arrivò il 12 settembre 2007: durante una seduta di allenamento, Michele venne investito da un’auto e fu sbalzato a terra, battendo violentemente il capo; rimase in terapia intensiva per settimane e dovette sottoporsi a numerosi interventi chirurgici, soprattutto per ricostruire la parte destra del cranio, che si era completamente sbriciolata nell’incidente.
Il recupero fu lungo e faticoso, sia dal punto di vista fisico che psicologico: all’inizio la sola idea di risalire in bicicletta terrorizzava Michele, ma poi, complice un medico che gli consigliò di riprovarci indossando il casco, la passione e la determinazione ritornarono più forti di prima, tanto che a marzo 2008 era già di nuovo in sella. Alla prima uscita dopo l’incidente percorse cinque chilometri in pianura, mentre la moglie lo seguiva in macchina; questa gli parve un’impresa titanica, quasi miracolosa, ma fu proprio da quel momento che ricominciò a vivere, anzi, possiamo dire che fu proprio questa la sua seconda nascita.
Da allora Michele Pittacolo è un uomo nuovo, che ha riscoperto i valori della vita e che non dà più nulla per scontato, senza tuttavia rinunciare ai propri sogni, che adesso sono perlopiù paralimpici. In questo mondo diverso, dove lo sport permette di superare le difficoltà legate al proprio handicap fino quasi ad annientarle, le soddisfazioni non tardano ad arrivare: a settembre 2009, appena due mesi dopo essere diventato atleta paralimpico, Michele vince due titoli (cronometro e strada) ai Mondiali di Borgogno, in provincia di Novara; poi, a novembre dello stesso anno, è la volta dei Mondiali su pista a Manchester, che gli valgono un oro (con record del mondo) nell’inseguimento individuale e un bronzo nel chilometro da fermo.
Nel 2010 e nel 2011 il campione di Bertiolo (UD) continua a mietere un successo dietro l’altro, fino a conquistare il primo posto nel ranking mondiale, per giungere quindi in perfetta forma alle Paralimpiadi di Londra nel 2012; come abbiamo già detto in apertura, Londra gli regala emozioni indimenticabili, suggellate da una splendida e sofferta medaglia di bronzo, che gli danno la carica per affrontare alla grande il 2013.
Nel primo semestre di quell’anno, caratterizzato da ulteriori affermazioni internazionali, tutto sembra andare a gonfie vele, ma purtroppo il destino è sempre in agguato e ti presenta il conto quando meno te l’aspetti… Il 17 agosto, mentre si trova in Abruzzo per un ritiro con la Nazionale (che in quel periodo sta completando la preparazione in attesa di partire per il Canada, dove disputerà una prova di Coppa del Mondo e quindi parteciperà ai Mondiali), il nostro campione viene coinvolto in una rovinosa caduta di gruppo, che gli provoca la frattura di tre vertebre (D6, D7 e D11), mettendo apparentemente fine alla sua carriera agonistica.
Ma Michele è un osso duro e non ha alcuna intenzione di mollare: dopo trentatré giorni immobile in un letto, riesce a rialzarsi e nel giro di due mesi inforca nuovamente il suo bolide, ricominciando ad allenarsi più duramente di prima. Nel 2014, la determinazione, la grinta e lo spirito di sacrificio di quest’atleta vengono premiati ancora: tutte le gare internazionali su strada alle quali partecipa lo vedono vincitore, trionfa anche in alcune prove a cronometro, ma soprattutto, il 31 agosto (a un anno e due settimane dall’ultimo incidente), polverizza gli avversari sul circuito di Greenville, in Sud Carolina (USA), e si aggiudica il quinto titolo iridato della carriera (il terzo su strada)!
L’anno appena terminato è stato in larga misura dedicato alla preparazione di quelli che saranno gli “eventi cardine” del 2016, ovvero i Mondiali su pista, che si svolgeranno a Montichiari (BS) dal 17 al 20 marzo prossimi, e le già ricordate Paralimpiadi di Rio de Janeiro, in programma dal 7 al 18 settembre.
Ho ragione di pensare che da paraciclista affermato quale ormai è, Michele Pittacolo non ci deluderà, anzi farà del suo meglio per continuare a regalarci (e a regalarsi) grandi soddisfazioni, dimostrando a se stesso e a tutti i suoi fan, in particolare a coloro che convivono con un handicap, che dietro alle difficoltà, anche a quelle apparentemente insormontabili, si celano spesso delle meravigliose opportunità: per scorgerle bisogna solo avere il coraggio di guardare oltre l’ostacolo!
Proprio questo è il messaggio che Michele vuole lanciare agli studenti che incontra nelle scuole e che rimangono sempre colpiti dalla sua testimonianza, alle persone che seguendo il suo esempio e avvicinandosi allo sport hanno trovato la forza di ricominciare a vivere e a quelle che si spera la troveranno in un prossimo futuro; nella certezza di interpretare anche il suo pensiero, mi permetto di estendere questo messaggio a tutti i lettori di “A ruota libera”, con l’augurio di un 2016 nel quale le opportunità superino di gran lunga le difficoltà.