Nessun caso di infezione da virus Zika in
Friuli Venezia Giulia e quindi nessun motivo di allarme. Ma in
ogni caso la Regione, attraverso il gruppo ristretto per le
emergenze infettive della direzione centrale Salute, sta
costantemente monitorando la situazione e sta adottando opportune
iniziative di contrasto alla eventuale diffusione del virus.
Il Piano di sorveglianza regionale, grazie all’esperienza
acquisita in questi anni e al suo assetto organizzativo, è in
grado di gestire e limitare eventuali focolai di trasmissione
autoctona di questo virus. Dal punto di vista clinico le
strutture di malattie infettive della regione sono perfettamente
in grado di curare eventuali soggetti affetti da febbre da virus
Zika. In particolare sono già stati allertati i servizi della
sanità pubblica rivolti ai viaggiatori.
Allo scopo di ridurre la proliferazione delle zanzare (potenziale
veicolo del virus) a breve la Regione, assieme ai Comuni,
rafforzerà le misure di disinfestazione già in atto contro la
zanzara tigre. Misure destinate ad essere più capillari laddove
dovessero verificarsi dei casi di infezione.
Parallelamente verrà fatta anche una campagna di comunicazione
sui comportamenti più idonei per prevenire le punture ma già ora
il sito della Regione www.regione.fvg.it, nell’area Promozione
della salute e prevenzione, contiene molte informazioni
aggiornate anche attraverso il link con il portale del ministero
della Salute.
In merito alle misure da adottare nei confronti delle donazioni
di sangue e di organi e tessuti, la direzione Salute precisa che
ogni provvedimento è assunto dal Centro nazionale sangue e dal
Centro nazionale trapianti, ciascuno per i rispettivi ambiti di
competenza, e trasmesso a tutti i referenti regionali. In Friuli
Venezia Giulia sono già state adottate tutte le indicazioni
definite a livello nazionale.
Per quanto concerne infine la prevenzione in gravidanza, è
necessario proteggersi dalle punture di zanzara nelle zone
endemiche. È inoltre consigliato utilizzare le necessarie
precauzioni nei rapporti sessuali con partner potenzialmente
affetti dal virus, in particolare nel periodo di viremia che va
dagli otto ai dieci giorni. Non sono suggeriti screening durante
la gravidanza se non in caso di presenza dei sintomi (febbre,
dolori articolari, eruzioni cutanee, congiuntivite) nelle donne
che sono state nei Paesi a rischio.