Il solco sembra proprio tracciato. Questa Udinese che va come una freccia raccogliendo se non il massimo disponibile un grande risultato in termini di prestazione e quindi di bella figura, è l’emblema di come nel calcio nonostante mille problemi mille si possa ancora costruire tassello su tassello. Anche con la politica della formichina si può arrivare a racimolare un buon bottino, e questa Udinese è proprio l’emblema di questo genere di squadra, che non si basa su grandi scorpacciate ma che fa un campionato uniforme per poi arrivare comunque sia a quello che non è altro che il proprio obiettivo. Non è una squadra dalle grandi rincorse questa Udinese, e la fase che è iniziata allo Stadio di Udine nel pareggio prezioso contro la Lazio e proseguita poi ad Empoli e a San Siro contro il Milan che sta risalendo piano piano la china in campionato non dovrebbe essere altro che la principiazione di una ben più ampia fase dai contorni ben definiti, quantomeno sulla carta. Nella gara contro i biancocelesti al “Friuli” dovrebbe essere iniziata proprio quella che si candida per essere l’unica grande rincorsa di questa Udinese. Anche se la squadra non vince da sei turni o più, è comunque in risultato utile da tre turni e dovrebbe avere imboccato la via che dovrebbe portarla a concludere positivamente il proprio compito. Ossia il piano per raccimolare nell’arco udite udite di altre tre o quattro partite, consecutive o quasi (unica eccezione la prossima partita contro la Roma al “Friuli”) quel margine di punti che dovrebbe portarla a dare per acquisita la propria salvezza in campionato già entro la fine di marzo, o male che vada un paio di turni più in là. E raggiungere l’obiettivo di essere salvi così presto equivarrebbe davvero ad avere compiuto una piccola grande impresa. Questo in considerazione del fatto che la stagione corrente non può considerarsi altro che la stagione di lancio graduale del vascello bianconero che ha ben impresso addosso il nome di Mister Colantuono. Non siamo altro che in fase di ricostruzione di una imbarcazione tutta nuova, che sarà pronta per solcare a pieni giri gli impetuosi mari della Serie A soltanto, si presume, dopo l’inizio della stagione ventura. Siamo quindi soltanto all’inizio di un istruendo progetto tecnico, si potrebbe dire, e la relativa fase di apprendimento a carico dell’organico bianconero non sarà certo breve. Come si suol dire, Roma non è stata costruita in un solo giorno, e soprattutto come sappiamo bisogna dire che per far bene le cose è necessario il tempo che si richiede. Né più né meno che il giusto tempo, quello fisiologico e utile al consolidamento di una macchina da grandi battaglie sportive che sia veramente efficiente al punto giusto. Nella partita che ha portato ad un piccolo grande pareggio, quella di Milano “San Siro” si è vista più o meno la stessa Udinese combattiva che si era vista al “Castellani” di Empoli al cospetto dei toscani del posto. A Milano purtroppo però la capacità di resistenza ridotta dell’Udinese di questi tempi ha fatto che la squadra risultasse così combattiva soltanto per la prima frazione di gioco, mentre nella seconda ci si è dovuti giocoforza accontentare di limitare i danni, conducendo in porto un pareggio sul difficile campo lombardo che di questi tempi non assolutamente pulcri per l’Udinese vale un’infinità o giù di li. E funge soprattutto da autorevole training utile a prepararsi a quella fase che per l’Udinese è quella che conta di più, nell’intera stagione. Stiamo parlando di quella fase della quale si testé si parlava, che potrebbe valere quale unica e decisiva volata di un intero campionato. Una fase che porterà ora l’Udinese in buona sostanza addentro ad una tranche di campionato che la vedrà impegnata in tre o quattro incontri con alcune delle principali concorrenti dirette dell’Udinese nella corsa alla salvezza. Nel volgere di breve tempo l’Udinese sarà chiamata a sfide assai abbordabili, e quindi da acchiappare, nell’ordine quelle contro il Bologna allo Stadio di Udine, contro il Genoa in terra ligure all’ombra della lanterna, e quella di nuovo in casa contro il Verona. Poi la non difficilissima puntata in quel di Frosinone e dunque si tornerà a masticare amarognolo, quando ad Udine sbarcherà una Roma che a dir poco avrà il dente avvelenato per motivi legati ancora una volta a rincorse di classifica. E quindi ancora, prima di sfidare un Napoli che non sarà minimamente intenzionato a lasciare punti sul campo in quel di Udine, ci sarà una parentesi di medio-alta difficoltà contro il Sassuolo nella quale l’Udinese sarà chiamata a compiere passi concreti e – a quel punto si spera definitivi – verso una salvezza precoce che poi permetterà all’Udinese di pensare pure a salire un poco di più in classsifica. Ma a quel punto i giochi saranno fatti per quanto attiene al traguardo minimo stagionale della permanenza in Serie A, e in ballo ci sarà quindi solo la possibilità di guadagnarsi un credito morale extra. Quello in sostanza attraverso il quale l’Udinese potrà dire di aver fatto non soltanto il proprio compito, ma di essere riuscita a portare a casa anche qualche qualcosa di più, con grande guadagno per il prestigio, e soprattutto per l’onorabilità ( che a casa nostra è quella che conta preminentemente…) di un intero gruppo che nel calcio deve portare alta la bandiera del Friuli tutto.
Articolo di
Valentino Deotti
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