Rappresentano e identificano un territorio, rafforzano i legami di appartenenza alla comunità, hanno un’importante funzione di coinvolgimento e di partecipazione. Ecco la forza dei simboli che per il Friuli sono identificati innanzi tutto nella bandiera con l’aquila araldica posta su campo celeste, nel settecentesco Angelo del campanile della Chiesa di Santa Maria di castello di Udine e nella croce di Aquileia. Questi tre simboli della friulanità sono stati al centro della conferenza organizzata oggi dalla Provincia di Udine a palazzo Belgrado nell’ambito delle iniziative organizzate in occasione della ricorrenza del 3 aprile, la festa del Friuli le cui cerimonie ufficiali si sono svolte domenica a Gradisca d’Isonzo. Sulla bandiera e sull’Angelo del Castello ha proposto un approfondimento la conservatrice del Museo del Duomo, Maria Beatrice Bertone. L’esemplare più celebre della bandiera, divenuto simbolo unitario di tutto il Friuli storico, è esposto nel Duomo di Udine: si tratta di un magnifico drappo quadrangolare di seta azzurra con sopra una grande aquila d’oro. Esso fu cucito sul camice di lino bianco facente parte del corredo funebre del patriarca Bertrando di Saint Geniès, rimasto sulla cattedra di Aquileia dal 1334 al 1350 e barbaramente ucciso da una congiura di nobili friulani. Come testimonia tale esemplare, ali spiegate, testa a sinistra, rostro aperto e artigli rossi caratterizzano l’aquila dello Stato friulano. L’aquila, tra l’altro, figurava nei sigilli dello Stato, sulle monete battute dai Patriarchi e in pitture murali. “Guardiamo a questi simboli come a punti di riferimento importanti per il nostro popolo: ci ricordano la nostra storia, le nostre tradizioni, i nostri valori, la nostra identità. Un bagaglio che dobbiamo trasmettere ai più giovani affinchè ne siano consapevoli e diventino a loro volta testimoni” ha commentato il presidente della Provincia di Udine Pietro Fontanini.
Considerato un punto di riferimento importante per Udine e per tutto il Friuli ma anche per i corregionali all’estero, l’angelo del Castello è stato interessato 5 anni fa da un intervento di restauro conservativo che lo ha riportato agli antichi splendori visto che è stato sottoposto anche a un procedimento di ridoratura con la tecnica della foglia d’oro. Dall’alto della collina del Castello domina la vasta pianura friulana e indica la direzione del vento.
La croce di Aquileia, diversa dal più conosciuto “chrismon” costantiniano, risente dell’influenza egiziana di Alessandria. Nucleo centrale, infatti, è un simbolo sacro egizio che essenzialmente simboleggia la vita (“ankh”, conosciuto anche come chiave della vita e croce ansata). Sotto la parte orizzontale della croce si trovano due lettere greche: un Alfa (A) e Omega (ω), per ricordare la citazione biblica “Io sono l’Alfa e l’Omega. Il principio e la fine”. (Apocalisse, – 21,6).
Presenti all’incontro anche il presidente dell’Ente Friuli nel Mondo Adriano Luci, Federico Vicario, presidente della Società Filologica Friulana e mons. Guido Genero, vicario generale della Diocesi di Udine.