Ci sono cose che non riesco a capire, fortunatamente ho problemi alle gambe e non al cervello, ma davvero non ce la faccio. Di cosa stò parlando? Dovevo andare a fare una visita ortopedica, appuntamento padiglione 15 in ortopedia. Gentilmente l’ addetto alla ‘sbarra d’ ingresso’ ai padiglioni controlla se io fossi o meno in possesso del tesserino per entrare ed avvicinarmi il più possibile in auto e mi fa passare. Mi ritrovo in un groviglio di stradine a senso unico con padiglioni ovunque, rigorosamente senza numero.
Lavori dietro ogni angolo, vicoletti dove a stento la mia citycar passa, ma finalmente dopo aver chiesto ad alcune persone arrivo ai parcheggi più vicini per recarmi alla clinica ortopedica. Tutti pronti a riempirsi la bocca di parole come ‘abbattimento barriere architettoniche’ e poi…Quasi non posso crederci, dal punto più vicino in cui si può parcheggiare, all’ ingresso, ci sono circa 150 metri e tenete presente che a circa 5 metri dall’ ingresso del padiglione c’è uno spazio inutilizzato in cuoi potrebbero starci molte auto ma l’ accesso a questo terreno è bloccato da una sbarra e varie transenne. Non si chiede di cementificare il mondo ma dove si trova una clinica ortopedica, non parliamo di dentista o centro estetico, bensi’ di un reparto dove è molto probabile che ci siano problemi di mobilita’, qualche posto riservato potrebbe starci, tanto più che si tratta di un’ ala del cosiddetto ‘ospedale nuovo’. Uscito da qui, praticamente esausto dopo la sfacchinata che a voi sembrerà ridicola ma per chi ha dei problemi di mobilità non lo è, decido di andare a prendere le misure per le scarpe ortopediche che mi sono state prescritte. Solitamente bastava andare nel laboratorio convenzionato e pensavano a tutto loro. Ma ora ci sono le semplificazioni così il negozio non può più occuparsi di tutto, ora il disabile stesso e non un incaricato, deve andare al proprio distretto sanitario, consegnare la prescrizione cartacea fatta a computer e stampata dallo specialista che lo segue che ovviamente è in altro istituto, attendere il proprio turno perché una gentil signora ricopi in un programma simile a quello dello specialista i dati scritti da quest’ ultimo, li stampi, ci faccia mettere una firma e la consegni per essere portata al negozio convenzionato. C’è qualcosa che non torna quindi chiedo alla gentil signora: ‘Scusi ma io ho problemi di mobilità e mi fate girare come una trottola? Se lo specialista fa una prescrizione la manda via mail, magari una PEC, al distretto il quale mette una spunta di conferma e la gira al negozio prescelto non è tutto più semplice e veloce? Sa il software lo prevede ma forse non è ancora pronto e poi c’è la Privacy risponde la donzella…Privacy? Ma di cosa stiamo parlando? Ci sono fogli che girano ovunque, una pec è certo più discreta, ed in ogni caso la tanto acclamata privacy dovrebbe aiutare non complicare le cose e se il software non era ancora pronto bastava lasciare tutto come prima e lanciarlo quando era operativo al 100%. Non ci vuole molto basta un poco di buon senso, sapete di cosa si tratta?