Bergamo, this is Udine. Quando si gioca il basket puro, come ci auspicavamo ieri, l’Orobica fa fatica a stare in scia: specie se, per una volta, la divinità della palla a spicchi non teleguida le palle pesanti di Scanzi o Bloìse.
Udine, al netto di due blackout (da evitare mercoledì!) e di un arbitraggio a tratti impeccabile, talvolta un pochino ammiccante alle sceneggiate locali, ha dominato la gara: più forti sotto canestro con una dozzina di rimbalzi in più, discreti dal perimetro, migliorati dalla zona-tripel dove un 35% seppellisce il 20% della precedente sciagurata esibizione.
La GSA per larghissimi tratti della gara ha dominato in difesa, costringendo Panni e Ghersetti a tiri difficili e realizzati solo a causa di un conclamato talento; Bergamo ha avuto 44 punti da Milani e dai due suddetti, nove dal resto del roster. Scanzi e Bloìse sono stati marcati senza pietà, e se non si concede loro campo libero al tiro pagano chiaramente un debito di classe verso i bianchineri di Lardo. I quali, oggi, hanno segnato tutti e giocato di squadra: soffrendo, reagendo alle due ventate locali ed alla tripel di Milani, allo scadere di primo tempo, che avrebbe potuto innescare una vibra negativa nell’A.P.U. La quale, invece, rientrava in campo e piazzava un 10-0 che indirizzava la gara, ammutolendo il discutibile pubblico locale, una parte del quale ha impiegato tutti i quaranta minuti di gioco a insultare avversari e grigi anziché sostenere i propri colori.
Avevamo chiesto questo: una squadra ignorante, senza attenzione alcuna per le provocazioni in campo e fuori e spallucce alle chiamate arbitrali. Alcune fra le quali, in particolare il fallo antisportivo a Porta (Oscar come miglior attore non protagonista al carambolante giallonero) e un fallo in attacco a Zacchetti, decisamente stonate. Vorrei capire quale infrazione commette il giocatore che evita l’avversario (Ghersetti) e scivola sulla linea di fondocampo, evitando il ginocchio proteso del difendente: nessuno. Infatti, a colori invertiti, fallo alla difesa (quinto di Castelli).
Udine se n’è fregata, decidendo di giocare al basket. Non certo al livello che ci si ricordava in regular season, ma this is playoff, baby e dobbiamo sottilizzare niente. E quando le squadre si schierano e si spiegano in campo veleggiando senza isterie, Bergamo la perde dieci volte su dieci.
Mi è poi piaciuto coach Lardo quando ha inserito, nel finale, Vanuzzo come centro-totem al posto di un più logico Supermario Mike Ferrari, scegliendo l’esperienza al posto dell’agilità nel raddoppio: una tripel di peso immenso ed una difesa con due scippi da codice penale del Capitano, assieme alle penetrazioni di Poltroneri e alle minelle tumide al peccato di microwave Pinton dicono +10 a trenta secondi dal termine, quando Bergamo capisce la sconfitta e allunga la mano per stringere quella friulana.
Ed ora gara-5: senza pensare che con una condotta simile a quella di stasera forse l’avremmo già portata a casa. Non si torna indietro, si guarda avanti ma con la testa bassa e la berretta fraccata sulla fronte, tipica del friulano operoso. Udine ha regalato la seconda gara agli orobici, ma Natale è di là da venire e d’ora in poi niente strenne, le si faranno a dicembre. Se la GSA gioca come stasera e la divinità decide di lasciare i terreni giocare fra loro senza intromettersi, la vittoria non è utopia. Ma se Udine si aspetta che la Co.Mark ricambi i doni ricevuti, se lo scordi. Il settore D chiedeva cinque ultras in campo: ne ha avuti dieci, stasera. Che si debbono ripetere nella gara più importante dell’anno.