“Un interesse molto forte da parte
statunitense sui flussi di traffico del Porto di Trieste, già
vicini al milione di tonnellate, e sulla capacità del nostro
scalo di diventare catalizzatore di investimenti collegati alla
logistica e ad attività di trasformazione industriale”: lo ha
registrato il commissario straordinario dell’Autorità Portuale di
Trieste Zeno D’Agostino al termine della giornata dell’Innovation
Forum, organizzata dalla Regione Friuli Venezia Giulia con la
collaborazione di area Science Park.
La discussione plenaria finale dell’evento triestino è stata
riservata proprio alle prospettive dello scalo, che è stato
considerato da tutti i relatori, un “driver”, un fattore chiave,
per lo sviluppo dell’interscambio con gli Usa e al tempo stesso
dell’innovazione. “Proprio l’innovazione – ha aggiunto D’Agostino
– è uno dei punti più importanti, perché la competitività di un
porto si collega alla sua capacità di essere un fulcro non solo
di traffici ma anche di conoscenze di settore, e in questo noi
stiamo investendo”.
L’innovazione, secondo il commissario, corrobora i vantaggi
competitivi del porto di Trieste, tra i quali D’Agostino si è
soffermato soprattutto sui punti franchi e sul loro valore
intangibile, ribadito da Enrico Martino, per l’Agenzia italiana
delle Dogane. Relatore ma anche spettatore interessato John
Petrino, direttore di Sviluppo e Mercato della Georgia Ports
Authority, nell’East Coast, il cui scalo di Savannah ha
movimentato nel solo 2015 3,7 milioni di teu e che punta a
crescere ancora, grazie anche a cospicui investimenti nel lungo
termine. Un partner interessante per lo scalo di Trieste, primo
in Italia per movimentazione complessiva grazie al petrolio (che
è prima voce dei traffici anche tra Trieste e la portualità
statunitense) e vicino a raggiungere il traguardo del primato
nazionale di porto ferroviario, con una capacità potenziale di
intermodalità su rotaia che può essere quintuplicata.
L’innovazione Ict per il porto – è stato evidenziato – significa
non solo sicurezza e tracciabilità, ma anche creazione di reti e
di nodi di sviluppo che diventano fruibili per l’intero Sistema
Regione. D’Agostino ha ricordato a proposito il massiccio
investimento in Italia del colosso Cisco, “parte del quale
finisce in Friuli Venezia Giulia per potenziare la tecnologia nel
porto”. Come ha evidenziato Carlo Maria Rossotto, coordinatore
regionale del World Bank, lo scalo di Trieste si candida a
diventare porta per i sistemi di innovazione, grazie anche alle
politiche del Friuli Venezia Giulia “che punta a diventare una
regione ultraconnessa” con una progettualità sulla banda
ultralarga già valutata tra le migliori dalla stessa Banca
Mondiale.
Alla discussione plenaria, conclusa da Stephen Taylor di Area
Science Park, sono intervenuti anche Paolo Nassimbeni, della
Samer & Co Shipping ltd, che ha illustrato le caratteristiche
della rotta turca, tipica beneficiaria del regime franco del
porto di Trieste, e Cristina Sbaizero, ad del Wtc World Trade
Center di Trieste, che ha caldeggiato le opportunità offerte da
un rilancio del Wtc sotto il profilo dello scambio di esperienze
e di politiche di rete finalizzate alla crescita del business.