La Regione Friuli Venezia Giulia aderisce
alla Carta nazionale dei Contratti Fiume, i cui princìpi sono la
corretta gestione e la valorizzazione delle risorse idriche,
nonché la salvaguardia dal rischio idraulico. L’adesione è stata
approvata dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore
all’Ambiente Sara Vito.
“Si tratta di uno strumento innovativo – ha spiegato l’assessore
– in quanto i Contratti Fiume mettono in campo una politica di
prevenzione e progettazione, contraddistinta dalla varietà dei
soggetti che vi partecipano a diversi livelli. Enti pubblici,
imprese, cittadini e associazioni si collegano e assieme
contribuiscono alla stesura di piani a varia scala che mirano a
obiettivi importanti, quali la riduzione dell’inquinamento delle
acque e la mitigazione del rischio idraulico, ma anche la
valorizzazione del paesaggio, la salvaguardia della natura e la
fruizione turistica sostenibile delle acque”.
Questa modalità di gestione delle risorse idriche è prevista
anche dalla Legge regionale 11/2015 sulla difesa del suolo e
l’utilizzazione delle acque, in particolare degli articoli 12 e
15 che indicano nei Comuni e nei Consorzi di bonifica, il cui
territorio è compreso entro un bacino idrografico, i principali
attori dei Contratti attraverso il coinvolgimento di soggetti
pubblici e privati d’intesa con la Regione.
L’esempio pratico più recente arriva dal Comune di Manzano, al
quale in assestamento di bilancio è stato destinato lo
stanziamento di 20.000 euro per consentire alla comunità di
prendersi carico del Natisone al fine di valorizzarlo sotto il
profilo ambientale, culturale e sociale.
L’adesione a questo tipo di iniziative è secondo la legge
regionale espressamente volontaria e, come nel caso del Natisone,
finalizzata ad attuare la riqualificazione ambientale e la
rigenerazione socio-economica dei sistemi fluviali.
Questi princìpi, oltre ad essere presenti nella Carta nazionale
approvata a Milano nel 2010, sono rintracciabili in tutti i
documenti che in varie forme hanno dato impulso all’idea dei
Contratti Fiume. Un primo accenno è individuabile nelle
conclusioni del Forum mondiale dell’acqua del 2000 che si è
tenuto all’Aia e successivamente, in maniera più esplicita, in
diverse direttive comunitarie e anche all’interno del Testo unico
ambientale del 2006.