E si torna a sprofondare in un baratro di non trascurabile entità. Che affrontare il Cagliari sul proprio campo fosse un compito presentante non poche asperità, questo si, lo avevamo messo in preventivo. Ma che l’Udinese tornasse a perdere in una certa qual misura la faccia in ragione di assai rilevanti problemoni legati più che altro alla fase difensiva questo no, non potevamo certo preconizzarlo a priori. E dunque l’Udinese non solo non raccoglie il becco di un punto in terra di Sardegna, ma perde pure la dignità di squadra ordinata e abile a fare il suo che aveva materializzato in special modo in precedenza nella gestione Delneri. E oltre a questo perde pure quel quid di ordine tattico attraverso il quale si era caratterizzata la difesa bianconera nel periodo di discreto raccolto che aveva caratterizzato le ultime fasi del campionato bianconero, oltre a quasi tutta l’intraprendenza agonistica che veniva data per assodata, quella maturata dopo il primissimo periodo di rodaggio dell’esperienza Delneri. Ne esce una squadra alla quale non esitiamo a conferire l’appellativo addizionale di colabrodo. Questo in quanto non si vede come sia possibile far segnare praticamente il cento per cento di inefficacia difensiva, con due di due tentativi di blocco difensivo totalmente falliti causa l’assoluta vacuità delle maglie difensive bianconere, e con un intero reparto totalmente lasso e dall’atteggiamento dimesso, in grado di sbagliare tempi e modi di intervento in entrambe le due occasioni nelle quali non bisognava lasciarsi scappare gli avversari sardi. Se teniamo poi nota della superficialità e dell’eccessiva rilassatezza, che possiamo anche chiamare grave deconcentrazione, con la quale l’Udinese ha preso la partita negli altri momenti della gara, con un centrocampo molto lento che non riusciva il più delle volte ad andare incontro al pallone con efficacia allora si che comprendiamo le ragioni per le quali l’Udinese non ha retto il confronto i terra sarda, andando si in vantaggio per prima ma facendosi poi raggiungere e superare per causa delle proprie rilassatezze. E’ stata davvero spiazzante la facilità con la quale la difesa bianconera si è fatta bucare in entrambe le occasioni in cui poi ha subito gol, così come è stata davvero insufficiente l’intraprendenza con la quale l’Udinese ha cercato di giocare le altre fasi sparse in lungo ed in largo per la gara di Cagliari. E’ vero, non possono di certo giovare alla forza del gruppo i fatti e le voci che parlano di screzi tra giocatori e quindi di divisioni intestine al gruppo bianconero, evitando di citare personaggi e fatti specifici che sono già rimbalzati agli onori delle cronache e noti al grande pubblico. E logico che se il capofila di un gruppo incominciata a sgomitare ringhiosamente e vi è all’interno del gruppo chi parla di scarsa solidarietà tra colleghi, per così dire, diremo che abbiamo detto davvero tutto, citando esattamente ciò che non dovrebbe esserci all’interno di un gruppo sportivo. Quel che è assolutamente logico è che ora la squadra dovrà ricompattare i propri ranghi immediatamente, sottacendo i toni più inopportuni e riconsolidando quelle sinergie tra omologhi che fino a poco tempo fa favorivano il miglior fluire dei giochi bianconeri. In un gruppo come quello dell’Udinese, squadra assai dignitosa che però per livello non figura certo nei primari gruppi di merito della categoria, non si possono certo accettare di buzzo buono screzi o madori che non giovano minimamente al proficuo e sinergico agire del gruppo bianconero, e quindi ora l’Udinese deve avere nella mente un solo imperativo. Quello di rimuovere gli ostacoli di ordine psicologico e morale che costituiscono un impedimento rispetto all’instaurarsi di proficue dinamiche di gruppo, ritrovando per giunta un più che sufficiente pacchetto di stimoli che possano rendere di nuovo l’Udinese un gruppo motivato e compatto. Altrimenti un gruppo così diviso non è possibile che possa riuscire ad affrontare nelle modalità pi adeguate una fase di campionato particolarmente agevole rispetto a quelle che possono essere le potenzialità e le ambizioni dell’Udinese. Se non si fa quadrato ora che si può raccogliere il più consistente gruzzolo di punti allora si che potrebbe diventare giustificata una critica più severa nei confronti di una squadra che la sua salvezza la deve costruire proprio attraverso risultati proficui all’occorrenza di un ciclo di partite appetibili come quello che è appena iniziato. Il momento migliore per dimenticare le topiche difensive e ritornare a fare gruppo arriva proprio ora, cara Udinese. Ora che è a disposizione un gruzzolo di punti così importante da diventare il pacchetto più cospicuo utile in quella spietata corsa a punti che prima o poi dovrebbe portare questo gruppo ad una salvezza che non sarà così apprezzabile come i vecchi bottini dell’era Pozzo ma che tutto sommato in un campionato dal così elevato tasso tecnico può anche fare al caso di una realtà giovane ma con ampi step di crescita disponibili, come quella bianconera di oggi che i suoi risultati migliori li potrà cercare più negli anni venturi, sperando di poter contare ancora sul lavoro di mani esperte come quelle di Mister Delneri, la cui gestione può conoscere certo dei momenti di stanca ma promette assai bene per un futuro che potrebbe essere pure piuttosto prossimo. Basta solo rifar quadrare a sé stessi. Subito. Perché nelle condizioni di domenica scorsa l’Udinese no, non può certo andare avanti come si deve.
Articolo di
Valentino Deotti
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