I bagordi delle festività natalizie, vissuti probabilmente in mezzo a ogni stravizio, tra panettoni cibarie varie e il corroborante di una buona bottiglia di vino non hanno distratto oltremisura l’Udinese di Mister Delneri evidentemente impostata attraverso un lavoro assolutamente sobrio che non prevede certo la possibilità di distogliere lo sguardo da quelli che sono gli impegni professionali del mondo del pallone. Grazie a questa impostazione all’insegna della massima serietà e del lavoro l’Udinese non perde il bandolo della matassa rispetto a quella che è la logica del lavoro e si presenta al primo appuntamento con l’agonismo del 2017 tonica e presente nella misura richiesta dalla difficile congiuntura legata al calendario della Serie A. Arriva l’Inter e bisogna rispondere presente al primo giro di pallone, come giustamente si sottolineava giustamente tra gli addetti ai lavori poco prima dell’inizio della gara contro i nerazzurri giocatasi domenica scorsa allo Stadio “Friuli / Dacia Arena”. E così è stato, come abbiamo puntualmente potuto notare, perché l’Udinese è scesa in campo sin dal primo minuto con la medesima solidità messa in mostra nelle gare immediatamente precedenti, attuando lo stesso gioco avvolgente e risoluto a tutto campo che le aveva portato notevoli fortune dal punto di vista dei frutti numerici nell’ultima trance del 2016. Quando tutti perseguono il medesimo obiettivo e lo dimostrano, quando 10 undicesimi di squadra perseguono il medesimo obiettivo e lo dimostrano le cose non possono che girare al meglio, e questa coralità ha permesso che si vedesse in campo una Udinese capace di tenere in scacco l’Inter, lasciando ai nerazzurri ben poco margine d’azione, per l’interezza della prima frazione di gioco. L’Udinese nel primo tempo ha dimostrato ampiamente di avere tutti i reparti che giocavano in una simbiosi sinonimo di una perfezione quasi totale per tutto il primo tempo, denotando solo un problema piuttosto evidente a livello di potenziale conclusivo. L’Udinese è mancata soltanto quando si trattava di concretizzare il gran numero di occasioni avute là davanti, e questo è stato praticamente il più grossolano dei problemi della squadra bianconera del dopo festività, che probabilmente aveva semplicemente perso la memoria legata alle perfette sinergie operative dei reparti avanzati. L’Udinese davanti non si trovava ad occhi chiusi, non riusciva più come un tempo nel gioco a memoria ed è stato così che si sono dissipate a buona memoria ben 7 occasioni concrete contate, mentre ne è stata convertita in frutto concreto una sola, quella del gol siglato con ottimo opportunismo e decisione da Jankto che è valsa il vantaggio bianconero durato sino al pari avversario avvenuto a fine primo tempo. Poco davvero, e questo dato di fatto sta a mettere in evidenza quanto l’Udinese di questi tempi abbia proprio le polveri bagnate in attacco, e quanto questa “inesplosività”, diciamo coniando un quasi neologismo, sia il problema principe dell’Udinese che deve perfezionare soltanto proprio l’aspetto della prolificità offensiva, isolato dal mazzo degli altri aspetti che invece sembrano proprio funzionare a dovere. L’Udinese ha il solo problema di andare a buttarla dentro si potrebbe dire semplicisticamente, anche se tra gli addetti ai lavori, Delneri in primis parla anche di una “catena difensiva” che non funziona come dovrebbe. A nostro modesto parere invece la difesa non pare essere malaccio, anche se errare è umano e qualche minimo passaggio a vuoto può anche scappare. Secondo noi invece non resta che intensificare il lavoro da farsi in settimana proprio su meccanismi d’attacco, di modo che lavorando con una certa intensità su questi movimenti si vada ad acquisire una padronanza degli stessi che al momento è l’unico ingrediente che fa difetto all’Udinese di oggi. Allorquando questa stessa Udinese avrà preso confidenza con gli automatismi dei reparti avanzati allora si che potrà dire di non essere più la pallottola spuntata che sembra essere oggi, con tutti gli altri settori che girano a mille e con l’attacco che manda a farsi benedire l’efficacia delle azioni bianconere. Quando Therau e compagni avranno ripreso nuovamente a trovarsi ad occhi chiusi come accadeva non troppo tempo fa allora si che questa Udinese, mettendo assieme ogni ingrediente positivo potrà finalmente divenire presto quella realtà che tutti si auspicano. Ossia una squadra completa in ogni settore del suo sistema di gioco, capace di competere con un poco tutte le concorrenti più o meno dirette nella corsa ad un piazzamento di tutto rispetto. Piazzamento che a ben vedere potrebbe essere proprio quello in cui si trova ad essere ora l’Udinese, ai piedi della parte sinistra della classifica tricolore, che però va puntellato e quindi consolidato per quanto possibile, facendo quanti più punti possibili nel prossimo, piuttosto protratto nel tempo, girone infernale che aspetta l’Udinese, che purtroppo dovrà tenere la testa china lavorando sodo sino alla nona giornata del girone di ritorno. Con tutti i reparti compatti e tonici. Ogni pedina dello schieramento dovrà meritarsi una pacca sulla spalla per l’essere riuscita a lavorare in simbiosi con il gruppo, perché come è ovvio il calcio è un gioco di squadra e l’optimum in termini di efficienza si raggiunge soltanto allorquando ogni elemento del collettivo il suo contributo lo da in maniera concreta. Questo deve capire l’Udinese che in questo deve portarsi al passo con tutte le altre formazioni di categoria. Questo sì vorrà dire essere competitivi sino in fondo, e poter tenere senza rimpianto alcuno il passo delle concorrenti più dirette nella corsa. Sino all’ultimo, come non manca mai di sottolineare il buon Delneri, Mister Friuli che all’Udinese ha ancora molto da insegnare.
Articolo d’opinione di
Valentino Deotti
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