Ali, indimenticato campione dei pesi massimi nato ed entrato nella leggenda con il suo nome di battesimo Cassius Clay, compirebbe 75 anni. Nel giorno dell’anniversario esce “Fight For Freedom – Tribute to Muhammad Ali”, un album nato dall’inedita collaborazione fra Remo Anzovino e Roy Paci, 12 brani inediti che fanno da colonna sonora originale al film “Da Clay ad Ali, la metamorfosi” (Sky, 3D Produzioni e Repubblica), firmato da Emanuela Audisio e in onda su Sky Arte HD in prima televisiva lo stesso giorno alle 21.15.
Nel suo film documentario, la giornalista e regista restituisce a tutto tondo e in modo unico una figura straordinaria e irripetibile, offrendo una lettura quasi microscopica della psicologia di questo grande personaggio dalle mille sfumature, mai banali e sempre imprevedibile.
La musica del film è stata realizzata da due pesi massimi della scena contemporanea, per la prima volta al lavoro insieme: Remo Anzovino, compositore e pianista fra i più originali e visionari della nuova scena contemporanea, e Roy Paci, musicista poliglotta, produttore geniale e trombettista dallo stile unico e inconfondibile.
Entrambi attratti profondamente dalla nobile arte e dalla figura leggendaria di Ali, riescono nel loro primo incontro artistico a trovare un terreno comune per fondere le loro lingue e i loro stili, consegnando una colonna sonora di bellezza assoluta, memorabile, degna delle grandi pagine della musica da film.
“Fight For Freedom – Tribute to Muhammad Ali” (Etnagigante), disponibile sempre da martedì 17 gennaio 2017 in digital download su tutte le piattaforme digitali, è un viaggio composto da 12 brani musicali, del tutto autonomi e godibili anche in assenza delle immagini del film. Remo e Roy, supportati dall’eccellente band formata per l’occasione con Vito Scavo al trombone, John Lui alle chitarre, Gabriele Lazzarotti al basso elettrico e Mylious Johnson alla batteria e percussioni, fanno apertamente trapelare il piacere e il coraggio nel mettersi in gioco e confrontarsi davvero sul ring a loro più congeniale: quello dei suoni, offrendo un campionario di temi e di ritmi strepitoso.
Volevo la leggerezza del vento tra le palme, la gioia di chi va veloce, la rabbia di chi non vuole più stare nella parte sbagliata del mondo, perché sbagliata non è, volevo l’arroganza di chi prende coscienza e la fierezza di chi si carica sulle spalle il mondo – afferma la regista Emanuela Audisio – Volevo non solo la bellezza della vittoria, ma anche il dolore della sconfitta, per dire che vale sempre la pena avere una causa. Volevo una musica che non dimenticasse: i funerali del sud pieni di colori, la tromba, il piano, i pugni, il blues, il jazz, chi ride e chi piange. C’è il R&B – aggiunge l’Audisio – e ci sono R&R, Remo e Roy.
- We.
Io. Noi
La sintesi della figura di Muhammad Ali è tutta in questo scambio di soggetti. Dove un solo uomo riesce a farsi simbolo di valori collettivi, e interprete della lotta quotidiana per i diritti, per la libertà, combattendo e uccidendo ogni pregiudizio. Cassius Clay è in assoluto il più grande sportivo di tutti i tempi. Capace di rivoluzionare lo stile della nobile arte del pugilato, come di porre al centro dell’attenzione globale temi universali e di far sentire ogni nero americano fiero di essere americano. E così, simbolicamente, quando il morbo di Parkinson lo mangerà piano piano, facendo sentire ogni essere umano debole degno di rispetto, senza doversi nascondere, come testimonia la scena leggendaria della fiaccola di Atlanta 1996. È il primo ad invertire il rapporto tra il personaggio e i media. Dove chi conduce il gioco è sempre e solo Muhammad Ali.
Capace di scelte oggi inimmaginabili, come quella di rifiutare la chiamata per il Vietnam consapevole delle conseguenze sportive e penali della sua scelta, Capace di scelte dirompenti come quella di convertirsi all’Islam, e di entrare nella Nation of Islam, divenendo musulmano nero e cambiando il suo nome da schiavo “Cassius Clay” in Muhammad Alì, gridando al mondo “io da oggi non sono più uno schiavo!”. Gridando al mondo “I’m The Greatest!”. Io sono il più grande.