Ma prima di metterla in discesa, nel terzo quarto, abbiamo visto di tutto.
Ousmane Diop, che parte da centro titolare: soffre nei primi cinque minuti il totem Jalen Reynolds, che gli mette otto punti; poi prende le misure, innervosisce chi da domani rinforzerà il roster di Reggio Emilia del palmarino Menetti, costringendolo a girare al largo. Non la migliore partita di Jalen, ma certamente una sontuosa prestazione del virgulto di Feletto Umberto.
Udine che tira con il 55% da tre, e realizza solo due volte da dentro l’arco del tiro pesante.
Le difese che lasciano fare, così come gli arbitri che permettono un controllo “particolare” su Allan Ray. Il quale, però, stasera si sentiva in vena e il pallone a spicchi l’ha messo da ogni posizione. Una specie di Kamasutra del basket. Lo vogliamo così.
Quando a Udine è entrata la difesa, invece, 16-0 e saluti a tutti. Una GSA incerottata, con due play su due a mezzo servizio, a quel punto basta ed avanza contro una commovente Recanati. Nella quale, col miglior giocatore dalla testa altrove e l’altro americano non così tanto meglio di Laser o Delegal, tocca a Bolpin e Marini segnare, spesso con canestri irreali, e a Sorrentino tener su la baracca fin quando, a gara compromessa, finisce in panca dopo uno screzio con il coach Sacco.
Tra i bianconeri mi è piaciuto in particolare ”mi chiamo Ferrari, risolvo problemi”: scippi difensivi, vitalità offensiva e una buona capacità realizzativa per il figlio di Udine. Buono Pinton: triple ai momenti giusti, difesa feroce nel momento cruciale, regia controllata quando Nobile e Traini erano in panca col serbatoio sul rosso. Nota particolare per Sonnyboy: il ragazzo di Porto Recanati ha messo assieme una delle gare migliori da quando gioca per il presidente Pedone, seppur con una caviglia in disordine. Deve ripartire da qui, dalle tre lavatrici scagliate quando Udine, nel primo tempo, faticava a tenere il passo dei domestici, per dimenticare la recente delusione personale e professionale.
Di Diop abbiamo detto; Gatto ha messo un’importante tripla ma si è fatto cogliere troppo facilmente in fallo; non bene Cuccarolo e Zacchetti, con Joel nervosissimo e meritevole di un fallo tecnico comminatogli dai permalosi direttori di gara. Su cui apro una breve parentesi: io capisco tutto: l’interpretazione, la pressione, eccetera, eccetera. Ma in una gara cavalleresca fischiano quattro o cinque falli tecnici, dieci infrazioni di passi metà delle quali causate da clamorose spinte, pochi falli qui e lì salvo, nella ripresa, sanzionare di tutto e un po’ a casaccio. Alla fine (gara già quasi andata) Loschi veniva brutalizzato sotto canestro senza che Capurro e soci battessero ciglio. Per non parlare, come detto, della solita difesa “ad personam” su Allan Ray. Pazienza, basta la salute.
E la nostra coppia americana? Allan si dimostra in ritmo dal primo minuto, centrando la retina da distanza siderale dopo un paio di minuti; così continuerà per tutta la gara, litigando un po’ col tiro “a scaletta” che proprio non entra, ma chiudendo con il 67% da tre e otto liberi su otto.
Okoye, poi, entra in partita subito con quattro punti; poi resta fuori dalla gara, salvo rientrarci quando si decide la contesa: alla fine saranno 15 punti, 17 carambole e 4 assist, per la solita gara solida e di qualità.
Udine vince, e mette fra sé e l’ultima dieci lunghezze di distacco. Perdono molte fra le concorrenti alla zona tranquilla, rendendo appassionante il doppio impegno casalingo contro Forlì e Roseto. Domenica prossima faremo ancora le corse, per dividerci fra i bianchineri di Gigi l’Aquileiense che incontrano alle 15.00 il Milan e quelli di Lardo che, alle 18:00, ospiteranno appunto i romagnoli del coach gentiluomo, ex Virtus, Giorgio Valli: peccato che il 29 dicembre, quando Udine imperversava su Treviso, a Forlì cacciassero Gigi Garelli, l’esagitato bazzanese che avrei volentieri preferito battere domenica. Correremo, se dovremo, nel rispetto dei limiti di velocità. Perché questi ragazzi se lo meritano. Tutti: ad iniziare dal dynamic duo Pedone-Micalich. A Davide vorrei chiedere se gli mancheranno le mie insistite intemerate su quanto sia forte Reynolds, adesso che se ne va in A1.
Ma stasera solo complimenti: Recanati era la migliore e peggiore delle gare da affrontare, in questo momento. Che dire? Missione compiuta, coach Lino!