Restituito alla visibilità pubblica un disegno legato all’eccidio delle Fosse Ardeatine, grazie a un comodato d’uso gratuito con la Fondazione Friuli.
A Casa Cavazzini è arrivata una nuova opera di Mirko Basaldella, ufficialmente presentata oggi a pubblico e stampa dal Sindaco di Udine Furio Honsell, dall’Assessore alla Cultura Federico Pirone e dal Presidente della Fondazione Friuli Lionello d’Agostini. Si tratta del disegno preparatorio per la cancellata maggiore del Mausoleo delle Fosse Ardeatine a Roma, che trova posto nella sala al primo piano di Casa Cavazzini dedicata ai tre fratelli Basaldella.
La Fondazione Friuli, d’intesa con il Comune di Udine – Assessorato alla Cultura, grazie ad un contratto di comodato d’uso gratuito, ha restituito alla visibilità pubblica un’opera legata ad un momento particolarmente importante e significativo nella produzione dell’artista di origini friulane, ma noto a livello internazionale, di cui a Casa Cavazzini si conservano altre fondamentali testimonianze.
“E’ un deposito – commenta il Sindaco di Udine Furio Honsell – che arricchisce il nostro museo d’arte contemporanea con i materiali che hanno portato alla realizzazione di una delle opere più significative e anche simboliche dell’antifascismo e della barbarie del nazi-fascismo. Un’opera di Mirko Basaldella che ormai fa parte dell’immaginario collettivo degli italiani nei momenti in cui si riaffermano i valori antifascisti“.
“Ringraziamo la Fondazione Friuli per la fiducia accordata all’amministrazione comunale – chiosa l’assessore alla Cultura del Comune di Udine Federico Pirone –, nell’aver consentito che il disegno preparatorio di Mirko Basaldella per la cancellata del Mausoleo delle Fosse Ardeatine a Roma avesse una nuova collocazione a Casa Cavazzini e fosse ammirabile all’interno del percorso espositivo, insieme alla sua riproduzione. Siamo fortemente uniti nell’attenzione e nella sensibilità nei confronti dell’arte e degli artisti migliori di questo territorio, patrimoni di una comunità che si racconta al di fuori dei propri confini e che si fa conoscere con orgoglio“.
Come osserva il Presidente della Fondazione Crup D’Agostini: “È nostro dovere preservare, custodire e rendere fruibile al pubblico il patrimonio artistico che abbiamo acquisito dall’antico Monte di Pietà di Udine e dalla Cassa di Risparmio di Udine e Pordenone (nonché grazie a donazioni di privati e acquisti diretti), che rappresenta un’eredità importante del popolo friulano. Abbiamo quindi deciso di concedere in comodato gratuito la Cancellata a Casa Cavazzini ritenendolo un luogo consono all’importanza e al significato che l’opera riveste anche oltre i nostri confini regionali”.
I fatti storici che hanno determinato la genesi del disegno di Mirko prendono il via il 23 marzo 1944 in via Rasella, nella Roma occupata dai tedeschi, quando i partigiani italiani in azione nella capitale organizzarono un attentato in cui persero la vita 33 soldati tedeschi. La rappresaglia fu immediata e durissima: 335 italiani furono catturati in città e trasferiti nelle cave di pozzolana sulla via Ardeatina a Roma e lì barbaramente trucidati.
Nell’immediato secondo dopoguerra, a liberazione avvenuta, il Comune di Roma stabilì di bandire un concorso per la costruzione di un mausoleo che ricordasse la vicenda, passata alla memoria storica come l’eccidio delle Fosse Ardeatine. A vincere il concorso per la realizzazione delle cancellate di accesso fu proprio Mirko Basaldella (insieme a Francesco Coccia) che nel 1950 fu incaricato di dare attuazione al progetto presentato un paio d’anni prima alla commissione ministeriale preposta alla selezione delle proposte pervenute al concorso. Il bozzetto presentato inizialmente subì, per volontà del suo artefice, alcuni ripensamenti e modifiche che suscitarono non poche polemiche pubbliche e la presa di posizione di alcuni critici di fama nazionale che si spesero per la sua attuazione.
Il disegno, di proprietà della Fondazione Friuli e oggi presso Casa Cavazzini, rappresenta proprio il frutto di questa elaborazione creativa e il passaggio immediatamente precedente alla realizzazione plastica. Insieme al modello in stucco forte e in scala al vero della medesima cancellata che attualmente accoglie il visitatore nell’atrio di Casa Cavazzini, il grande saggio grafico propone la “prima idea”, quella ancora bidimensionale, del cancello fuso in bronzo che permette l’accesso al mausoleo romano.
Rinunciando alla narrazione e a un contenuto che avrebbe ricondotto la rappresentazione della vicenda ad un momento storico preciso e indissolubilmente legato al caso particolare, Mirko ha attinto qui a una dimensione completamente astratta che gli ha permesso di innalzare il caso specifico a livello di esempio universale trasformando l’episodio unico in un dramma umano di portata generale. Fuori da ogni retorica, il cancello di Mirko si struttura su un intreccio di linee curve e rette, intersecate da tondi – unico rimando ai corpi umani – che richiamano ed esprimono efficacemente l’idea della violenza, dell’angoscia e della forza bruta che si abbattono sull’uomo non appena il sonno della ragione abbia prodotto i suoi mostri.
Nell’opera e nella sua progettazione, l’artista sviluppa quanto, nella seconda metà degli anni Quaranta, egli stava mettendo in pratica sulla scorta delle suggestioni post-cubiste che percorrevano l’arte italiana ed europea in quel periodo. La trama di linee di tensione che attraversa e costruisce la scultura è anticipata con massima evidenza nella fase progettuale rappresentata dal grande disegno a carboncino e tempera che Mirko portò a compimento, con estrema sicurezza gestuale, nello studio romano di San Saba tra il 1949 e il 1950, abbandonando il primo pensiero figurativo. Il saggio grafico, che da questo momento si potrà ammirare a Casa Cavazzini, anticipa chiaramente il motivo dell’intreccio a giorno che caratterizza l’opera a tutto tondo, enfatizzando il sovvertimento di qualsiasi ordine o armonia della composizione in funzione dell’assoluta evidenza di quella carica drammatica e dialettica dei concetti che essa vuole appunto significare.