Su una scena spoglia dove tutti attori, musici e cantori con i loro movimenti creano immagini, si fondono la musica, i primi componimenti poetici dell’antica lingua friulana e il teatro di un giullare che ha fatto della cultura popolare la sua cultura, il Premio Nobel Dario Fo. Ecco cosa proporrà lo spettacolo “Mamui” in programma per lunedì 17 luglio alle ore 21 in piazza Duomo a Cividale nell’ambito della 26ma edizione del Mittelfest. Il progetto inedito, nato da un’idea di Valter Sivilotti (che firma anche le musiche) e Franca Drioli, è sostenuto dalla Provincia di Udine. Oggi – giovedì 29 giugno – a palazzo Belgrado la firma della convenzione tra il presidente Pietro Fontanini e il presidente del Mittelfest Federico Rossi. Un supporto, quello di palazzo Belgrado, correlato alla valorizzazione e alla promozione della cultura, della lingua friulana e degli artisti locali. In questi ultimi tre anni, infatti, la collaborazione tra Provincia (fondatrice del Mittelfest nel 1991) si è intensificata attraverso la coproduzione di tre progetti originali che valorizzano la cultura e gli esponenti del mondo musicale e dello spettacolo friulano. Protagonisti della rappresentazione saranno Marina De Juli (che cura l’elaborazione drammaturgica e la regia), il Coro Panarie diretto dal maestro Paolo Paroni, l’ArteVoce ensemble, Francesco Tirelli alle percussioni e Nicola Tirelli per tastiere, campionamenti e live looping. Carlo Tolazzi cura invece le traduzioni.
Qualità, innovazione e creatività le caratteristiche del progetto. “Mamui, ragazzi in friulano – afferma il presidente Federico Rossi – è uno spettacolo esilarante che affonda le sue radici nel mondo teatrale e immaginifico del premio Nobel Dario Fo. La chiave di questo progetto artistico teatrale e musicale è Marina De Juli, una grande attrice del teatro giullaresco per tanti anni nello staff di Dario Fo. In questo spettacolo – prosegue Rossi – il pubblico potrà apprezzare la lingua friulana nella sua antichità, mescolata con altre varianti linguistiche che caratterizzavano il Friuli tra il 1300 e il 1600, un codice linguistico rielaborato e reinventato come facevano i giullari di corte, il cosiddetto “grammelot” di cui parlava Dario Fo che fonde la parola, la lingua, con il corpo, con i gesti, con le forme espressive fisiche. Parola che sarà integrata, durante lo spettacolo, dalla presenza scenica fondamentale della musica e della danza che viaggeranno fra l’antico e il contemporaneo”.