Mettiamola giù semplice, com’è nel nostro stile migliore. Domani pomeriggio in casa, allo Stadio Friuli di Udine, vogliamo vedere una Udinese di tutt’altro marchio rispetto a quella vista mercoledì scorso a Reggio Emilia. Vogliamo una Udinese che sappia fare un poco tutto, anziché essere pronta solo in fase propositiva e dare spazio a mille riserve quando si tratti di tamponare le falle in fase di contenimento. E secondariamente non vogliamo vedere una Udinese a tratti così lenta come quella che proprio ha affrontato il Sassuolo. Deve emergere una Udinese che sappia funzionare in maniera armonica e fluente, almeno un minimo. Una squadra i cui reparti devono poter comunicare nella maniera più rapida effettivamente possibile a quest’ora del massimo campionato del pallone. Perché la Dea, al secolo l’Atalanta Bergamasca Calcio, quando i giochi si mettono sulla velocità difficilmente ti perdona, e ben difficilmente per giunta è bendata in quanto i giocatori di Mister Gasperini sono proverbialmente soliti tenere le antenne massimamente alzate quando ve ne sia la necessità, ossia in fase di applicazione calcistica. Quindi dovrà esserci, e ripetiamo per giusta enfasi dovrà esservi in campo, una Udinese finalmente pronta che peschi dal suo cilindro magico un ingrediente nuovo per questa stagione. Quella compattezza che per troppo poche volte è sembrata essere prerogativa dell’Udinese. Per diversamente accadendo ci dovremo porre ben altro problema, un problema che abbiamo già avuto modo di analizzare prima d’ora all’interno della nostra rubrica settimanale e non solo. Dovremo chiederci proprio, e lo diciamo chiaramente, per quanto tempo potrà durare la gestione Delneri, sulla cui ombra gravano già ben altri nomi che hanno filosofie calcistiche ben differenti. Si parla di Mister Guidolin, che sembra abbia già dato il suo assenso ad un eventuale ritorno ad Udine dopo la sua non fortunata esperienza inglese, e di Edy Reja. Questi due tecnici, con il primo in testa, fanno del gioco sinergico e frizzante, oltre che semplice fluido e fluente, il loro asso nella manica che sovrasta per questioni di opportunità e necessità quelli propri dell’attuale tecnico friulano di Aquileia. Ci vuole una Udinese che essendo anagraficamente giovane non è possibile non sia frizzante. L’applicazione di questa equazione dovrebbe portare quindi ad avere una Udinese pienamente in grado di sfruttare le proprie potenzialità primarie e principali. Una squadra che non si perda nei meandri di un calcio complicato e dispersivo che le faccia perdere ancora tempo sul cronoprogramma funzionale alla massima proficuità del campionato. Perché di tempo sinora se ne è già perso abbastanza, e ora ci vuole qualche personaggio e qualche guida che possa aiutare l’Udinese a bruciare le tappe del suo progresso di squadra. Perché ora è questo l’unico obiettivo impellente da perseguire…
Articolo di
Valentino Deotti
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