
“La Leica, con la sua capacità di agire e di farlo velocemente, è per me ciò che la penna è per lo scrittore. Questa macchina fotografica mi permette di raccontare storie.” (Gianni Berengo Gardin)
Non c’è stato fotografo Leica che non abbia avuto un attaccamento speciale alla propria macchina. Primo tra tutti Henri Cartier-Bresson, che non riuscì mai ad allontanarsi dalla Leica, tanto da affermare: “Le altre macchine fotografiche che ho provato mi hanno sempre convinto a ritornare a lei… Finché farò questo lavoro, questa è la mia macchina fotografica”.
Queste parole possono riassumere in breve lo spirito che si respira visitando questa esposizione di fotografie d’autore ospitata nel Complesso del Vittoriano, Ala Brasini, a Roma. E una sequenza di scatti, prodotti tutti con la storica marca Leica e quasi tutti in bianco e nero, che va dagli inizi del secolo scorso fino quasi ai nostri giorni, che non solo ci offrono squarci di un tempo passato, ma anche frammenti di storia e attimi fermati con un clik. Sono immagini pulite, reali, vere, di un tempo in cui il digitale e i vari photoshop non erano neppure nell’immaginazione di qualche romanziere dalle inverosimili fantasie rivolte al futuro.
Fotografie dovute al caso? Alla fortuna di trovarsi nel posto giusto nel momento giusto? Ad uno studio preparatorio? O all’occhio esperto di un fotografo che vede la foto prima ancora di scattarla? Forse tutto questo messo insieme permetteva di fare la Fotografia, quella con la effe maiuscola, quella fotografia d’autore destinata a restare nella storia. Ed è così che troviamo qui la foto del bacio a Times Square tra il marinaio e l’infermiera, la foto del miliziano colpito a morte scattata da Robert Capa, quella di Che Guevara di Alberto Korda, e tante tante altre di un tempo in cui si inquadrava, si scattava e si faceva avanzare il rullino, velocemente, professionalmente, affidandosi al caso, all’esperienza e alla fortuna. Un tempo questo che, anche se è appena dietro l’angolo, sembra distante anni luce da noi, fotografi digitali o fotografi con cellulari.
La mostra, sotto l’egida dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano, è promossa dall’Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali di Roma Capitale, con il patrocinio della Regione Lazio, prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisia e Contrasto ed è a cura di Hans-Michael Koetzle, tra i più rinomati curatori e critici della fotografia. L’esposizione è visitabile fino al 18 febbraio 2018.