Candidato a 5 premi Oscar “Lady Bird” è uno dei film indipendenti, insieme ad altri come “Chiamami con tuo nome” e “Get out”, che attesta un cambiamento importante nel panorama cinematografico mondiale.
Il cinema indipendente infatti negli ultimi anni si sta avvicinando sempre di più al grande pubblico, senza mai snaturarsi e anzi mantenendo sempre quello stile a metà fra l’alternativo e il geniale che l’ha sempre contraddistinto. Si tratta spesso, come in questi casi, di film poco costosi e molto ricchi.
“Lady Bird” è scritto e diretto da Greta Gerwig, famosa soprattutto per la sua collaborazione con Noah Baumbach in diversi film, fra cui “Frances Ha” e “Mistress America”. Chi conosce la carriera di questa donna sa che i progetti a cui ha preso parte, sia come attrice che come autrice, hanno tutti la stessa inconfondibile anima indie.
Il suo debutto da regista è straordinario. In “Lady Bird” tratta il tema dell’adolescenza in modo originale, scorretto, ironico. Non si lascia influenzare dai soliti stereotipi che imprigionano i liceali in personaggi fin troppo definiti e irrealistici, dallo sportivo al secchione. Greta Gerwig rompe tutti gli schemi scegliendo come protagonista una ragazza che sì, è ribelle e impulsiva, ma anche molto sicura di sé.
Lady Bird, magistralmente interpretata da Saoirse Ronan, si sente unica e allo stesso tempo vorrebbe essere come tutti gli altri. Litiga continuamente con sua madre, ha la prima cotta, manda all’aria un’amicizia sincera e non vede l’ora di scappare da Sacramento e volare a New York per il college. È un’adolescente ribelle qualsiasi, ma è il suo modo di essere, la sua stranezza, a fare la differenza.
In “Storia della follia” Michel Foucault dice “Sviluppate la vostra legittima stranezza” ed è proprio questo il messaggio che traspare guardando questo film. Non tanto quello che le succede, o quello che dice e le scelte che fa, giuste o sbagliate che siano. È lei che emerge, la sua identità in divenire, le sue convinzioni che vanno in frantumi, la velocità con cui se ne crea di nuove. La studiata semplicità con cui Greta Gerwig racconta tutte queste sfumature è meravigliosa, audace e incredibilmente originale. “Lady Bird” è difficile da definire, è legittima stranezza.