Basata sull’omonimo romanzo di Caleb Carr la serie tv “The alienist”, suddivisa in soli dieci episodi, è l’ennesima creazione originale Netflix di successo.
New York, 1896. All’epoca si riteneva che i malati di mente fossero alienati dalla loro vera natura, e di conseguenza chi li studiava era chiamato alienista. Una serie di brutali omicidi spinge il commissario Theodore Roosevelt a rivolgersi a uno di loro: Laszlo Kreizler. Questi, affiancato da Sara Howard e dall’illustratore John Moore, comincia così a indagare parallelamente alla polizia analizzando i dettagli dei crimini per anticipare le mosse del serial killer.
Fra poliziotti corrotti e povertà, fra malavitosi e prostituzione, “The alienist” è un continuo complicarsi di eventi. Ma andando avanti, entrando in punta di piedi nelle vite dei personaggi, si scorge qualcosa di più di una serie crime ben fatta. Perchè emerge l’umanità, la passione, la voglia di verità. L’attenzione si sposta sul perchè un uomo agisce, non su come lo fa. E in questa analisi raffinata non è coinvolto solo l’assassino, ma anche tutti gli altri, coi loro drammi interiori e le loro infanzie difficili.
A metà fra drama e thriller, fra pensiero e azione, questa è una serie tv che ricorda molto “Mindhunter” e “Peaky Blinders”, ma fin da subito presenta delle caratteristiche proprie. La caratterizzazione dei personaggi è ottima e l’intreccio coinvolgente, il ritmo è sempre più incalzante e verso la fine si possono assaporare veri e propri momenti di gotica suspense. Una nota di merito va sicuramente all’ambientazione, curata nei minimi dettagli, dai costumi alla fotografia.
“The alienist” è meravigliosa e ha l’unica pecca di essere uscita a ridosso della seconda stagione di “La casa di carta”, rischiando così di passare inosservata. Ma vi consiglio di recuperarla, ne vale la pena.