Nel linguaggio corrente, per commentare una situazione poco piacevole ma comune a molti, usiamo spesso l’espressione “Siamo tutti sulla stessa barca”, dove la barca è metafora della situazione contingente o più in generale della vita, di un’esistenza nella quale ogni giorno ci barcameniamo (tanto per rimanere in tema!) cercando di arrivare in porto sani e salvi.
Ma siamo veramente tutti sulla stessa barca? Non proprio. Nella nostra società, purtroppo, vi sono persone più svantaggiate di altre, non tutti godono di uguali diritti e alcuni piaceri sono tutt’ora preclusi a determinate categorie di soggetti, per esempio ai disabili; le barriere architettoniche e mentali da abbattere sono ancora troppe e la strada per giungere alla piena inclusione sociale dei portatori di handicap è ancora lunga, al di là di tutti i bei proclami che si possono fare sull’argomento.
Fortunatamente però, c’è chi giorno dopo giorno si impegna affinché i muri si trasformino in ponti e la mèta diventi sempre più vicina; nel novero di queste persone rientrano senz’altro i protagonisti di questa rubrica, che con la loro testimonianza costituiscono la prova concreta del fatto che “vivere tutti sulla stessa barca” è possibile, a prescindere dalle condizioni particolari di ciascuno (che non dovrebbero in nessun caso rappresentare un ostacolo alla convivenza, ma diventarne semmai un valore aggiunto).
Ebbene, senza nulla togliere ai suoi “predecessori”, l’uomo che ha accettato di raccontare la sua storia a “NordestNews” in questo mese di giugno, sta spendendo tutte le sue energie per cercare finalmente di uscire dalla metafora e dimostrare che una barca può essere effettivamente una casa aperta a tutti, anche ai disabili motori come lui.
Lui è il vicentino Marco Rossato, un marinaio quarantaquattrenne che dal 1998, dopo essersi formato sul Mar Tirreno grazie all’appoggio della Scuola Vela e di Navigazione Sabaudia, cerca di trasmettere la sua grande passione per il mare e le barche a quante più persone possibile; con quest’intento è diventato istruttore di vela, scegliendo poi (a seguito di un incidente motociclistico che lo ha reso paraplegico dall’ottobre 2001) di dedicarsi in special modo alla formazione di aspiranti velisti con disabilità.
A tale scopo fonda nel 2005 l’associazione Sailability Onlus, con sede a Desenzano del Garda (BS) presso la Lega Navale Italiana – sezione di Brescia – Desenzano, che presiede fino al 2017; l’attività principale del sodalizio consiste oggi nel progetto “VelaTerapia”, avviato nell’inverno 2016 presso l’associazione AUS Niguarda Onlus di Milano e quindi esteso anche ad altre strutture sanitarie della Lombardia e del Veneto. Esso è rivolto in particolare ai pazienti “post-trauma” e si propone di seguirli dalle fasi immediatamente successive alla degenza ospedaliera fino alla riabilitazione totale: in un primo tempo terapie occupazionali mirate permettono loro di apprendere i rudimenti della vela in ambienti sicuri e protetti. grazie all’uso di un simulatore o, nei casi in cui questo non possa essere ospitato in struttura, di modellini radiocomandati; in seguito essi vengono fatti uscire in barca e imparano gradualmente a manovrarla (anche grazie a un sistema servoassistito), riuscendo infine a navigare in completa autonomia nei mari o nei laghi del nostro Paese.
Mentre Sailability continua la sua attività di scuola vela, nell’aprile dello scorso anno Marco Rossato si trova a bordo di “Flous del Ven” (una barca a vela da crociera) insieme ad altri cinque amici, che come lui amano il mare, hanno una lunga esperienza velica e sono molto attivi nel volontariato e nel sociale. Alla luce di questi interessi comuni, il gruppo decide di dare vita all’associazione sportiva dilettantistica I Timonieri Sbandati A.S.D., che offre a ciascuno dei suoi membri l’opportunità di sviluppare un progetto personale nell’ambito della vela agonistica.
L’impresa che Marco, vicepresidente del sodalizio, ha deciso di intraprendere nel triennio 2018 – 2019 -2020 è denominata TRI_Sail4All ed è veramente unica nel suo genere; si tratta di un’avventura che si articolerà in tre fasi, una per ogni anno. Il primo atto ha preso il via lo scorso 22 aprile dalla splendida cornice dell’Arsenale di Venezia e consiste nella circumnavigazione dell’Italia in solitaria, che finora nessun disabile motorio agli arti inferiori aveva osato compiere; a dire il vero però, il velista vicentino non sarà completamente solo, insieme a lui navigherà il fedele Muttley, un marinaio a quattro zampe con il quale ha un rapporto simbiotico. Salvo imprevisti, il viaggio durerà cinque mesi e nell’arco di 63 tappe vedrà il trimarano “Dragonfly 800 Swing Wing” toccare i maggiori porti italiani, da nord a sud e viceversa, per approdare il prossimo 22 settembre a Genova, in concomitanza con il Salone Nautico.
A Genova si concluderà la prima fase del progetto, dopodiché la barca verrà disarmata e trasportata a Venezia, da qui Marco salperà nuovamente (questa volta accompagnato da chi lo vorrà) in direzione di Trieste; giunto nella nostra regione, salirà a bordo di “Cadamà”, un’imbarcazione completamente accessibile progettata e armata dal “timoniere sbandato” Andrea Brigatti, per prendere parte (insieme a lui e all’amico Andrea Stella, promotore del progetto WoW – Wheels on Waves) alla cinquantesima edizione della Barcolana, in programma il 14 ottobre.
Il secondo tempo di TRI_Sail4All si giocherà nel 2019, quando Marco e Muttley veleggeranno di nuovo lungo la costa occidentale dell’Italia, da Genova a Reggio Calabria, circumnavigando anche la Sicilia e la Sardegna; questa volta però non saranno da soli: vivranno quest’esperienza con un equipaggio speciale, formato perlopiù da disabili motori, sensoriali e/o cognitivi, per un totale di circa 140 persone. A questo proposito, se tra i nostri lettori ci sono aspiranti marinai abbiamo il piacere di informarli che possono già presentare la propria candidatura cliccando qui.
La terza e ultima parte del progetto si svolgerà sulla terraferma e vedrà Marco Rossato viaggiare ancora in solitaria, ma questa volta a bordo di un camper (lo stesso che ora segue i suoi spostamenti via mare), per raggiungere i centri riabilitativi, le scuole, le sezioni della Lega Navale Italiana sprovviste di base nautica e tutte quelle realtà dislocate nell’entroterra del Paese che potrebbero avere interesse a conoscere gli obbiettivi della sua impresa.
Lo scopo principale di questa straordinaria avventura, che poi sottende a tutte le attività promosse da I Timonieri Sbandati A.S.D., è senz’altro quello di rendere il mare e la pratica della vela accessibili a chiunque; proprio per questo, durante il suo Giro d’Italia in solitaria, Marco verificherà le condizioni dei porti nei quali attraccherà, stilando quindi una mappa (che sarà consultabile sul web) di quelli accessibili a tutti.
Con la scelta di navigare per cinque mesi in solitaria, il velista vicentino vuole inoltre dimostrare che la professionalità e l’esperienza permettono quasi sempre di superare la disabilità, pertanto le pesanti limitazioni attualmente in vigore per i disabili che intendono conseguire la patente nautica non hanno motivo di esistere.
Un altro obbiettivo è quello di riuscire a diffondere capillarmente i principi della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, continuando così l’opera di sensibilizzazione sul tema avviata da Andrea Stella, già citato più sopra. Infine, TRI_Sail4All (dove TRI sta per Tricolore, non per trimarano!) si propone anche di monitorare il livello di inquinamento dei nostri mari, focalizzando l’attenzione sui danni causati in particolare dalla plastica sommersa; a ciò serviranno i tre campioni d’acqua che Marco raccoglierà ad ogni tappa, rispettivamente fuori dal porto di partenza, a metà percorso e prima di entrare nel porto d’arrivo e che una volta analizzati forniranno un quadro completo sullo stato di salute del mare italiano.
Se avete letto fin qui, avrete certamente capito che Marco Rossato è e vuole essere un vero uomo di mare, non semplicemente un uomo (disabile) che va per mare. Ecco perché preferiamo non spendere molte parole per augurargli di portare a termine la sua impresa con successo, ma vogliamo piuttosto salutarlo rispettando la tradizione marinaresca:
Buon vento, Marco!