Ormai da tredici anni, il 13 luglio è per me una ricorrenza importante: mi ricorda il giorno più bello della mia vita, quello in cui mi sono laureata. Che soddisfazione quella corona d’alloro un po’ sbilenca sulla testa, segnava la fine di un percorso lungo e faticoso, ancorché brillante e gratificante; senza dubbio, tutta la mia carriera scolastica e universitaria è stata degna di essere vissuta, forse più di quella lavorativa che sto vivendo ora, tuttavia soltanto l’idea di rimettermi sui libri e ricominciare a studiare in prospettiva di una seconda laurea mi spaventa… Come conciliare il lavoro e lo studio, volendo rendere al massimo in entrambi? E poi il fatto di avere i weekend “liberi”, senza il pensiero di dovermi preparare per il compito in classe o l’esame in vista, è per me davvero impagabile!
Beh, fortunatamente il mondo è bello perché è vario e non tutti la pensano come me, per qualcuno il desiderio di conoscenza è più forte di ogni ostacolo, fisico o mentale che sia; questo è il caso di Fabio Bosatelli, un bergamasco doc che a soli ventisette anni può vantarsi di aver già conseguito due lauree specialistiche (la prima in ingegneria edile, la seconda in economia aziendale e direzione amministrativa), superando nel frattempo anche l’esame di Stato per l’iscrizione all’Ordine degli ingegneri nella sezione civile e in quella ambientale.
Una foto ricordo come quella che vedete in questa pagina, con la corona d’alloro in testa e DUE tesi di laurea in mano, non è da tutti e suggella il raggiungimento di un traguardo sognato da molti ma “tagliato” da pochi; eppure questo scatto, risalente al 16 aprile scorso, non basta a spiegare perché l’impresa compiuta da Fabio sia più unica che rara.
Iniziamo con il dire che Fabio si è iscritto al corso di laurea magistrale in “Economia aziendale, direzione amministrativa e professione” dell’Università di Bergamo pochi mesi dopo essere stato assunto alla filiale Enel Green Power di Seriate (BG) in qualità di ingegnere gestionale, con la responsabilità di seguire tutte le attività manutentive degli impianti che nel Nord Italia producono energia da fonti rinnovabili (si tratta perlopiù di impianti idroelettrici); pur avendo affrontato questo nuovo ciclo di studi da studente lavoratore, afferma di averlo trovato più semplice rispetto al precedente, al termine del quale si era laureato in ingegneria edile. L’esperienza universitaria e lavorativa già maturata, oltre alla più facile reperibilità delle notizie economico-finanziarie rispetto a quelle ingegneristiche, gli hanno permesso di vincere questa sfida in meno di un anno e mezzo, senza per altro rinunciare alle sue passioni.
Dopo il grande amore per lo studio – “imparare sempre di più mi appassiona come poche altre attività nella vita. Per fortuna non si finisce mai di imparare!”, spiega orgogliosamente Fabio – c’è quello per il tennis, uno sport che ha iniziato a praticare verso i quattordici anni e che l’ha affascinato al punto da indurlo a fondare e quindi presiedere un’associazione sportiva dilettantistica a Pedrengo, il paese a cinque chilometri da Bergamo dove vive con i genitori, nonché ad assumere il ruolo di quadro regionale per la Lombardia nell’ambito della Federazione Italiana Tennis.
Ma si sa, la vita non è solo studio, lavoro e passioni, anche gli affetti e le amicizie sono importanti e non vanno trascurati; ecco perché Fabio non dimentica di citare la sua fidanzata Anna (con la quale fa coppia fissa da sei anni e mezzo) come punto di riferimento fondamentale nella quotidianità; ben prima di lei vengono però i suoi genitori, che sente di dover ringraziare molto per gli insegnamenti e i valori che gli hanno trasmesso, oltre che per i sacrifici che hanno fatto per lui.
Dunque, ricapitolando: una laurea triennale, due lauree specialistiche, un esame di Stato, un lavoro soddisfacente e con buone prospettive di crescita, lo sport come valvola di sfogo, una famiglia solida alle spalle e accanto una brava ragazza con la quale sognare un futuro felice; non c’è dubbio, sembra una favola, piuttosto che la vita reale di un ventisettenne dei nostri tempi, ma è “solo” per questo che la vicenda di Fabio è balzata alla cronaca lo scorso aprile? Ovviamente no, c’è ancora un dettaglio che non è stato svelato…
Vi siete mai trovati nei pressi di un aereo in fase di decollo? Avete presente il rumore che fa? Non è certo un sussurro, eppure, se non indossa le protesi acustiche (sue compagne di vita da quando aveva un anno), Fabio lo percepisce appena; eh già, perché a causa di una mutazione genetica il nostro ingegnere è nato sordo. Una sordità bilaterale profonda l’ha abituato sin dalla più tenera età a trovare strategie alternative e personali per comunicare, tanto che non gli è servito nemmeno apprendere la lingua dei segni (che in futuro vorrebbe comunque studiare, non per necessità ma per curiosità); tuttavia il suo percorso di crescita e integrazione nella società non è stato sempre facile, non sono mancati i coetanei che l’hanno deriso perché si faceva ripetere le cose due volte, qualche professore l’ha forse frainteso quando chiedeva di spiegare rivolgendosi dalla sua parte in modo che potesse leggere il labiale, ma per fortuna si è trattato di episodi sporadici, che per quanto spiacevoli non l’hanno mai fatto desistere dal suo proposito di imparare e migliorarsi ogni giorno di più.
La grinta e la determinazione ereditate dai genitori, insieme alla testardaggine e al forte desiderio di indipendenza instillatogli da un insegnante di sostegno che l’ha seguito dalle elementari fino in quinta superiore, lo inducono da sempre a guardare alle soluzioni piuttosto che ai problemi, sebbene l’esistenza di questi ultimi sia innegabile e vada accettata; anzi, secondo Fabio “l’aspetto più importante è prendere coscienza assoluta dei propri limiti ed ammetterli soprattutto con noi stessi. Dopo, la strada è in discesa perché ci si può dedicare alle soluzioni che ci consentono di raggiungere gli obbiettivi prefissati”.
Al giorno d’oggi molte soluzioni ci vengono fornite dalla tecnologia, che in pochi decenni ha fatto passi da gigante e ora consente a molte persone con disabilità di condurre una vita piena e quanto più possibile autonoma, facilitando parecchio la loro integrazione nella società; per esempio, una delle app che Fabio usa quotidianamente, non solo per lavoro, è Pedius, che nel corso di una chiamata telefonica gli consente di leggere tutto ciò che viene detto dall’interlocutore, permettendogli così di sostenere la conversazione. Chiaramente quest’applicazione è ancora perfettibile e contribuire a renderla migliore è uno dei prossimi obbiettivi del nostro giovane plurilaureato, che vorrebbe dare ai sordi come lui (ai quali non a caso ha dedicato la sua seconda laurea) la possibilità di una vita “normale” e soddisfacente almeno quanto la sua.
Un altro obbiettivo, o se preferite un altro sogno, sarebbe quello di alzare l’asticella, passando dalle lauree ai master; più precisamente, in futuro Fabio vorrebbe iscriversi a un Master in Business Administration (MBA), magari all’estero, per poter acquisire tutte le conoscenze e competenze necessarie alla gestione ottimale di un’azienda. Naturalmente non possiamo prevedere i tempi per il raggiungimento di quest’ulteriore traguardo, ma dato che finora il ventisettenne bergamasco ha decisamente bruciato le tappe, siamo certi che non passeranno troppi anni prima che un altro titolo di studio vada ad impreziosire la sua collezione. In bocca al lupo e ad maiora dottore!