Dopo essere stato presentato al Sundance Film Festival a febbraio arriva finalmente nelle sale italiane il nuovo film di Gus Van Sant: “Don’t worry”, dramma ispirato alla vita del vignettista John Callahan.
La vita di John è dissoluta e inutile, fra alcol e feste senza sosta. Una notte sale in macchina con un suo amico che, ubriaco al volante, scambia un palo per un’uscita. L’amico esce dall’incidente illeso, lui sulla sedia a rotelle. Da quel momento, sfidando la dipendenza dall’alcol e le tenebre della sofferenza, John inizia un percorso di rinascita durante il quale scopre la sua originale inclinazione per il disegno e la satira.
Quella di “Don’t worry” è una storia che si regge unicamente sugli attori. Per quanto regia e sceneggiatura siano impeccabili, la vera differenza la fanno loro. E Joaquin Phoenix, si sa, per questi ruoli è perfetto. Riesce a essere intenso e sarcastico, dolce e odioso. Jonah Hill non è da meno, il suo personaggio è caratterizzato così bene che a tratti ruba la scena al protagonista. Ma tutti, da Jack Black a Rooney Mara, fanno venire i brividi da quanto sono bravi.
Quando si affronta un argomento del genere è facile cadere nel melodramma, spesso strappalacrime e poco sostanzioso. Quando non accade, come in questo caso, si aprono molteplici sfaccettature lontane dai cliché. Ed è bello quando il cinema ci fa vedere queste realtà, senza che ci sia un copione uguale per tutti, senza che le emozioni vengano catalogate e riprodotte sempre nello stesso modo.
Recentemente basti pensare a”Stronger” che, pur trattando un tema molto simile a quello di “Don’t worry”, è tutto un altro film. Uno fa piangere a dirotto, l’altro no. Uno scava nei sentimenti primari, l’altro li nasconde e li elabora con calma. Ogni storia per quanto affine è diversa, ogni vita ha qualcosa che non c’entra niente con le altre.
La bellezza di “Don’t worry” sta nella sua banale unicità, nelle sue eterne pause, nel suo scorrere lento e inesorabile. Per tutta la sua durata si ha la sensazione di essere sempre in procinto di qualcosa, sempre in attesa che il grande momento arrivi. Ma più si va avanti più ci si rende conto che ogni passo è importante, ogni passo in realtà è una rivelazione.
Sembra dirti: Intanto che aspetti, che combatti, assapora ogni cosa e lascia che anche le parole più semplici prendano radici dentro di te. Intanto, come dice Donnie a John ogni volta che lo saluta, “bevi acqua”.