Sono passati ormai quattro anni da quando, attraverso l’articolo “Ritorno a Lilliput”, vi ho parlato per la prima volta di coloro che pur essendo nati prematuri (quindi troppo piccoli, da qui il riferimento a Lilliput) non si sono arresi, hanno superato con tenacia una miriade di difficoltà e alla fine sono riusciti a trovare la propria strada nella vita. Ebbene, oggi vi presento una Lillipuziana, dunque una di noi, che di strada (o forse dovrei dire di pista!) ne ha macinata davvero tanta, basti pensare che partendo da una grotta è arrivata in Parlamento!
La grotta era nientepopodimeno che il ruolo scelto per lei da una maestra delle elementari in occasione della tradizionale recita natalizia, “perché così stai seduta e non si vede niente”; ma poi le elementari sono finite e per fortuna da quella sedia Laura si è alzata. Grazie a Gianni Alessio, suo professore di educazione fisica alle scuole medie e successivamente suo allenatore, ha iniziato a correre e a praticare seriamente l’atletica, ma soprattutto a credere in sé stessa e a non aver paura della sua disabilità.
Per questa ragazza nata di corsa, il “battesimo del fuoco” è avvenuto nel lontano 1998, quando ha partecipato per la prima volta ai Giochi Sportivi Studenteschi, gareggiando sui quattrocento metri piani insieme a studentesse normodotate; viste le sue potenzialità, dall’anno successivo è stata introdotta nei Giochi una competizione solo per disabili, che le ha consentito di migliorare sensibilmente i suoi tempi e l’ha entusiasmata al punto da indurla a ripetere l’esperienza fino al 2004, stabilendo un vero e proprio record di partecipazioni.
Come si può facilmente intuire, Laura ha continuato a scendere in pista anche dopo aver terminato le scuole superiori; nel corso degli anni i quattrocento metri piani sono diventati il suo cavallo di battaglia, ma anche i cento e i duecento metri, così come il lancio del peso, le hanno regalato grandi soddisfazioni, permettendole addirittura di indossare la maglia della Nazionale e volare a Espoo, in Finlandia, per prendere parte ai Campionati Europei del 2005.
Rientrata in Italia dopo essersi guadagnata un rispettabile quinto posto in entrambe le gare di corsa, l’atleta romana ha proseguito l’attività agonistica, senza però trascurare gli studi: nel 2008 si è brillantemente laureata in Storia medievale, moderna e contemporanea, mentre due anni più tardi è diventata Dottoressa Magistrale nella stessa materia; successivamente si è impegnata per conseguire un dottorato di ricerca all’Università “La Sapienza” di Roma, giungendo a tagliare questo importante traguardo il 3 dicembre 2015.
Nello stesso periodo, alle “conquiste” accademiche e sportive ha affiancato il coronamento del suo amore con Luca, che oggi costituisce per lei un punto di riferimento fondamentale, quindi ha scelto di lasciare la borgata storica del Quadraro (dove era nata e cresciuta) per trasferirsi con lui a Cinecittà. Per quanto possa sembrare banale, anche questa è una testimonianza del fatto che Laura è aperta a nuove esperienze, non ha paura di mettersi in gioco né di affrontare sfide; tutti coloro che l’hanno conosciuta, in particolare come atleta, hanno potuto ammirarne la grinta e la determinazione, oltre alla voglia di lottare per i diritti delle persone meno fortunate. Forse è per questo che alla fine del 2012 sono stati davvero in tanti a sostenere la sua candidatura in Parlamento, tra le fila del Partito Democratico.
Così il 5 marzo 2013 è iniziata la sua avventura politica, una parentesi relativamente breve (aperta e chiusa nell’arco di una legislatura), ma molto intensa, che l’ha assorbita totalmente; negli ultimi cinque anni, durante i quali ha appeso le scarpette al chiodo, l’Onorevole Laura Coccia ha portato a Montecitorio il proprio vissuto, cercando di dare voce alle persone che appartengono alle sue stesse “categorie”, ovvero ai giovani (che ha incontrato più volte nelle scuole), alle donne, ad atleti ed atlete, oltre che, naturalmente, alle persone disabili e alle loro famiglie.
Le sue battaglie in veste di deputata sono state tante, ma la vittoria più grande (nonché l’ultima in ordine di tempo) è stata senz’altro quella di vedere riconosciuto alle atlete professioniste il congedo retribuito per maternità. Fino all’inizio di quest’anno le atlete incinte non avevano molta scelta, rescindevano il loro contratto (mettendo temporaneamente in stand-by la propria carriera e perdendo ogni beneficio economico), oppure abortivano; oggi invece esiste un Fondo Maternità che le tutela e garantisce loro un sostegno anche mentre si accingono a diventare mamme o quando lo sono da pochi mesi.
Quest’importante conquista è stata la classica “ciliegina sulla torta”, la degna conclusione di un’esperienza che Laura Coccia archivia come assolutamente positiva; infatti, a differenza di quanto avveniva alle scuole elementari, in quell’aula di Palazzo Montecitorio si è potuta esprimere senza paura di venire derisa o discriminata a causa della sua condizione fisica e gli altri Onorevoli l’hanno sempre considerata una loro pari. Le uniche difficoltà che ammette di aver incontrato sono quelle logistiche, dovute ai continui viaggi e spostamenti, che ha potuto affrontare soltanto organizzandosi in maniera molto precisa.
La fatica e l’impegno da lei profusi per essere parte attiva nella politica del nostro Paese non sono stati certo di poco conto, sicuramente non si è trattato di una passeggiata, eppure Laura non ha mai pensato di non farcela; sin da piccola è stata educata ad affrontare la vita contando prima di tutto sulle proprie forze, cercando di risolvere autonomamente i problemi che man mano si presentavano sul suo cammino. Da quando poi ha iniziato a praticare sport, ha avuto gli strumenti per conoscere bene il proprio corpo, i suoi limiti e le sue potenzialità, imparando anche a non vergognarsi (ma piuttosto a fidarsi) di sé stessa.
Quest’attitudine positiva nei riguardi della sua persona e della sua disabilità le permette oggi di aprirsi al mondo ed essere pronta ad accogliere con fiducia e curiosità ciò che il destino ha in serbo per lei; ecco perché, forte della sua esperienza da Lillipuziana sempre in corsa, ritiene che un simile atteggiamento debba essere adottato da ognuno di noi per superare i piccoli o grandi ostacoli quotidiani: “Non c’è mai nessun motivo per nascondersi.” – dice – “Bisogna solo fidarsi di sé stessi e delle proprie abilità!”. Parole sante, Onorevole Coccia! Speriamo veramente possano essere d’aiuto a tante persone, in particolare a coloro che lungo la corsa si lasciano scoraggiare dalla quantità di ostacoli presenti e perdono così di vista il traguardo.