Il gol in foto forse aveva illuso ma anche se dalla partita contro gli orobici non ci si aspettava molto un risultato così pesa. Chì l’ ha vista si sarà certamente accorto che nonostante il vantaggio ottenuto dal solito Okaka, l’ impressione è stata quella che i nerazzurri potessero riprendere la gara in ogni momento. Nulla da dire, partita bella, viva, in cui persistono il cuore ma soprattutto gli errori di Lasagna che a parer mio, diventa sempre più croce che delizia nonostante l’impegno innegabile.
Oggi però, oltre ad un Ilicic in giornata di grazia, a parere mio la svolta della partita è stata data dal eroe contro il Toro; Già la sciagura oggi è stata Opoku. Anche contro i granata fu autore di una scivolata da brivido in area, una di quelle per cui Mazzone, solo per il gesto non per il risultato dello stesso, gli avrebbe recitato un rosario che certamente avrebbe convinto l’atleta a non farlo più. Carletto però non c’è ed Opoku ci ha riprovato, risultato? Rigore e rosso per doppia ammonizione. Altro da dire? C’È da lavorare sull’ attenzione, a calcio ci vuole il cuore, ci vogliono i piedi, ma ci vuole anche la testa. La squadra c’è ed a sprazzi lo dimostra, come si è lavorato sulla fase difensiva, anche se Tudor dice di poter incidere poco bisogna lavorare su quella offensiva dove bisogna realizzare di più in modo corale e non sporadicamente contando sulle mosse dei singoli. Non saremo più la migliore difesa ma meglio prendere tanti gol in poche partite che pochi ma ogni partita. Archiviamo questa giornata scrolliamoci di dosso le scorie perchè fortunatamente la prossima gara è dietro l’angolo, non sarà facile…Nulla è già scritto, ma basta interventi sciagurati. Guidolin in tribuna mi ricorda numeri simili ma a favore dell’ Udinese del Guido, di Totò e di Sanchez che quel giorno contro il Palermo segnò uno dei gol più belli che io ricordi danzando letteralmente davanti all’estremo avversario prima di insaccare lo 0 a 3 di uno storico 0 a 7 finale. Ricordi che rendono ancora più amaro un risultato già da incubo, quasi come le cucine di Antonino, speriamo di non dover chiamare Cannavacciuolo a sistemare le cose.