La mostra che i Musei San Domenico di Forlì propongono per il 2020 è di quelle che solo i grandissimi musei intenzionali sanno programmare. La sfida è confermare il grande livello espositivo che in 15 anni Forlì ha saputo creare, grazie alla forza propulsiva e culturale della Fondazione Cassa dei Risparmi e alla regia di Gianfranco Brunelli, che dei progetti espostivi della Fondazione è il responsabile.
Il tema affrontato dalla mostra (da febbraio a giugno 2020, ai Musei San Domenico) è quello di Ulisse e del suo mito, che da tremila anni domina la cultura dellarea mediterranea ed è oggi universale.
Mito che si è fatto storia e si è trasmutato in archetipo, idea, immagine. E che oggi, come nei millenni trascorsi, trova declinazioni, visuali, tagli di volta in volta diversi. Specchio delle ansie degli uomini e delle donne di ogni tempo.
La vasta ombra di Ulisse si è distesa sulla cultura dOccidente. Dal Dante del XXVI° dell Inferno allo Stanley Kubrick di 2001 Odissea nello spazio, dal capitano Acab di Moby Dick alla città degli Immortali di Borges, dal Tasso della Gerusalemme liberata alla Ulissiade di Leopold Bloom leroe del libro di Joyce che consuma il suo viaggio in un giorno, al Kafavis di Ritorno ad Itaca là dove spiega che il senso del viaggio non è lapprodo ma è il viaggio stesso, con i suoi incontri e le sue avventure.
Il contributo dellarte è stato decisivo nel trasformare il mito, nelladattarlo, illustrarlo, interpretarlo continuamente in relazione al proprio tempo.
Una grande viaggio dellarte, non solo nellarte. Una grande storia che gli artisti hanno raccontato in meravigliose opere. La mostra racconta un itinerario senza precedenti, attraverso capolavori di ogni tempo: dallantichità al Novecento, dal Medioevo al Rinascimento, dal naturalismo al neo-classicismo, dal Romanticismo al Simbolismo, fino alla Film art contemporanea.
Un percorso emozionante, a scandire una vicenda che ci appartiene, che nello specchio di Ulisse mostra il nostro destino. Poiché Ulisse siamo noi, le nostre inquietudini, le nostre sfide, la nostra voglia di rischiare, di conoscere, di andare oltre. Muovendo alla scoperta di un al di fuori sconosciuto e complesso che è dentro di noi.
Il tema di questa mostra, che già si preannuncia eccezionale per livello dei prestiti e per qualità dellallestimento, è assolutamente affascinante.
Una mostra dove la grande arte non appare ancella, per quanto meravigliosa, della storia e del mito e non ne è mera illustrazione, sottolinea Gianfranco Brunelli.
Ma evidenzia come dalla diretta relazione tra arte e mito, attraverso la figura paradigmatica di Ulisse, nasca e si rinnovi il racconto. Perché larte, figurandolo, ha trasformato il mito. E il mito ha raccontato la forma dellarte.