- Per onestà intellettuale, dopo aver ironicamente sottolineato le mancanze altrui, giusto è che io mi cosparga il capo di cenere.
Infatti, dopo aver letto le formazioni, mi ero rassegnato ad una serata di noia assoluta.
Invece i nostri 11 (che bello quando in campo ci sono tutti dal primo all’ultimo minuto) oggi vogliono dare un senso ad una coppa che neppure la VAR vuole averci a che fare.
Gotti schiera una squadra in cui ogni giocatore ha senso di stare dove sta e così si rivede Mandragora a fare il regista, Fofana a fare il demonio “box to box”, Opoku sulla fascia, De Maio dove deve stare e Barak in campo (ce lo stavamo dimenticando). Teo e Lasagna a fare poliziotto buono e poliziotto cattivo e insomma, avete capito.
Il primo tempo è a senso unico, i bianconeri (sembra sempre una brutta parola ma non per colpa nostra) creano gioco, Mandragora si fa vedere e soprattutto vede i compagni, Fofana è uno e trino, cioè nello stesso istante è in difesa, a centrocampo, in attacco e mi pare di averlo visto pure volare in cielo con una slitta piena di doni. La difesa difende con ordine perché protetta bene dal centrocampo e quest’ultimo fa girare la palla con senso logico.
Negli ultimi minuti del primo tempo ha senso perfino che si rallenti un pochino, tanto Barak già l’aveva buttata dentro dopo un’azione con poco senso di Lasagna.
Poi De Maio dimostra di avere un grande senso della posizione e raddoppia su palla inattiva.
Nella ripresa il Bologna, anzi scusate, Orsolini ci prova a tornare in partita ma Mandragora oggi ha senso che faccia un gran goal su assist di Fofana.
Ha senso Pure che segni Lasagna perché oggi tutto ha un senso, addirittura stare al Dacia Arena a sfidare il freddo siberiano.
Cosa abbiamo imparato? Che tutto ha senso quando si gioca così.