Partita delicata per l’udinese che doveva confermare la buona prova di coppa e allontanare i fantasmi di halloween, visto che ormai è tempo di Natale.
Delicata anche per il Napoli, anche se pare che Ancelotti il panettone lo abbia già mangiato per non correre rischi.
A dispetto di ogni aspettativa, pur occupando il campo, il Napoli pare non nuocere e l’udinese ne approfitta restando unita e compatta come non accadeva da tempo. Ci sono dei giocatori che catalizzano la mia attenzione:
- Insigne che gioca alto in quello che pare proprio un attacco a 3 ma senza combinare nulla.
- De Paul che gioca da mezzala destra e nei primi minuti pressa e si fa vedere. Il problema è che nessuno si sovrappone da quella parte e lui deve avventurarsi per altri lidi commettendo errori che gli fanno perdere fiducia. Giusto sostituirlo ma bisogna metterlo nelle condizioni di esprimersi.
- Mandragora ha trovato la sua posizione, da equilibrio, lotta e smista bene. Peccato per la palla persa che genera il goal del Napoli ma forse qualcuno in raddoppio avrebbe dovuto esserci.
- Fofana è una furia, anche lui pare aver tratto giovamento dalla cura Gotti. Recupera palloni, parte da un’area all’altra palla al piede e addirittura serve la palla del vantaggio a Lasagna (1 tiro e un goal da non crederci).
- Tre Havest ha comprato i piedi dal colosso svedese del mobile ma non ha trovato la brugola nella confezione: ho già provveduto a contattare l’ufficio clienti perché rimedi.
- Nuitink pare Lex Luthor, cattivo e arrabbiatissimo.
- Okaka e Koulibaly parevano due gladiatori nell’arena, un duello d’altri tempi.
Gotti è il vice più Miami-vice che esista: potrei scommettere che nel tempo libero vada in giro con Opoku con una Ferrari bianca cabriolet e musica anni ottanta a palla.
D’altronde l’Udinese vista oggi in campo pareva proprio un omaggio a quei tempi, quelli del 5-3-2 e pedalare. Ah che nostalgia. Oggi ha funzionato (per un tempo) portare le lancette della tattica indietro di 40 anni ma non ritengo che possa essere una strada percorribile a lungo termine.
Cosa abbiamo imparato? Che i Duran Duran in fondo piacciono a tutti.