Oltre che dai soffitti di Ca’ Rezzonico, dove il magnifico lampadario è arrivato nel 1934 grazie all’acquisto dello Stato e la donazione al nascente Museo del Settecento Veneziano, lampadari Briati a ciocca si mostrano a Palazzo Mocenigo, Centro Studi di Storia del Tessuto, del Costume e del Profumo ➽ e nel Museo del Vetro di Murano ➽ Qui tra i due esemplari, uno alla chinese con coppette reggicandela, fiori, foglie, fiocco e pendenti a sfera e grappolo, l’altro a colonna di due piani per 24 bracci con finale a testa di delfino e quattro colonne ritorte, troneggia un lampadario con 60 bracci su quattro piani, alto quattro metri per un diametro di oltre due e un peso di oltre 300 chilogrammi. Composto di 356 pezzi fra bacini, bracci, bacinelle, foglie, fiori, cimiero e fiocchi, fu costruito a fine Ottocento appositamente per il Museo del Vetro ➽ dai migliori vetrai e fucine dell’isola, medaglia d’oro alla prima Esposizione Muranese del 1864, e presentato nel 1867 alla grande Esposizione di Parigi. Dalle volte delle Procuratie a San Marco pendono invece ancora i cesendelli, vetri a forma a coppa per contenere l’olio da bruciare col lucignolo, non è raro trovarli nelle volte delle chiese dei dipinti, o nelle abitazioni, un antico raffinato cesendello col marchio dei Tiepolo è esposto al Museo del Vetro. Nelle calli dove ancora con il buio si girava con la lanterna il gas arriva a metà dell’Ottocento, dopo meno di un secolo ecco la luce elettrica, che oggi accendiamo con un pulsante in confortevoli case dove ancora far risplendere antichi lampadari. |