Le immagini di Maurizio Galimberti esposte sulle bacheche di Cinemazero lasceranno il posto alle fotografie di Valentina Gurli per il penultimo appuntamento con 6 foto per 6 giorni, progetto curato dal fotografo professionista Leonardo Fabris.
Principio femminile, questo il nome dell’opera, descrive una donna soave, delicata visibilmente privata di parti fondamentali del suo essere, sottratte dal dolore, dalle sfide, dalle rinunce che ogni giorno la forgiano e la modificano.
“Appare comunque nella sua interezza”. – aggiunge la fotografa che attraverso il mezzo dell’immagine esplora l’animo umano nelle sue molteplici sfaccettature – “Una donna forte, ma non indistruttibile che non ha paura di mostrare la sua vulnerabilità”.
Valentina Gurli, infatti, utilizza la fotografia come strumento per analizzare la sua vita e cercare di tradurre in immagine le sue esperienze, i suoi dolori e le sue emozioni concentrandosi in maniera particolare sull’universo femminile quasi sempre in modo autobiografico.
“In queste opere fotografiche e concettuali” – approfondisce Leonardo Fabris – “l’artista compie due operazioni fondamentali: intercetta una donna con la macchina fotografica e manipolandone poi la versione cartacea ci fornisce la chiave per l’essenza dell’animo femminile. Come fosse l’oscuro inconscio collettivo, le figure sono adagiate sul medesimo fondo nero.
Sono silhouette di donne, corpi illuminati da una luce impalpabile come a sottolinearne la fragilità. L’operazione di strappare parti di corpo, occhi, anime, emozioni è il mostrare quello che dallo scatto non potremmo percepire: le battaglie. I pezzi mancanti sono esperienze che come sempre hanno un prezzo. Senza occhi, il loro animo si legge nella postura fiera, nel sorriso accennato e quieto, nella piega dolce dell’abito. Uno stratagemma che dà la possibilità allo spettatore di immergervisi completamente.
Un processo decostruttivo solo in apparenza, che sfrutta invece la capacità della mente di ricreare le immagini spezzate, facendole apparire nuovamente complete. Così è come per ogni essere femminile dotato della capacità intrinseca di autorigenerazione.