La Provincia di Udine ha reso omaggio al grande artista friulano Otto D’Angelo. L’occasione è stata la presentazione de Il Vanzeli seont Marc, in cui il Maestro di Silvella ha realizzato le illustrazioni. L’artista, che ha immortalato la civiltà contadina friulana dentro i suoi quadri, ha contribuito graficamente ad impreziosire la versione friulana del Vangelo di Marco con la sua pennellata esperta. Per la fiorente attività e per gli argomenti raffigurati nelle sue opere, D’Angelo, come detto, ha ricevuto uno speciale riconoscimento alla carriera, una medaglia recante l’effige di Palazzo Belgrado, consegnato dal presidente Pietro Fontanini, a testimonianza della originalità e creatività della sua produzione. «Con le sue opere – ha sottolineato il presidente della Provincia on. Pietro Fontanini nel consegnare la medaglia – il Maestro Otto D’Angelo ha tramandato alle future generazioni le immagini della civiltà contadina e dei borghi che sono in gran parte ormai scomparsi».
Otto D’Angelo è nato nel 1923 a Silvella, frazione di San Vito di Fagagna. Ha incominciato a dipingere sulle pareti del granaio di casa, con colori in polvere utilizzati per imbiancare le stalle. Erano tratti che nella loro ingenuità dimostravano la precoce vocazione alla pittura del bambino. Con i colleghi di Silvella, Mario e Valentino Tonutti ed altri appassionati della tavolozza diede vita ad Udine ad uno studio di pittura e, per affinare la sua tecnica, frequentò lo studio di Fred Pittino. Otto conseguì il diploma di artista decoratore, titolo che gli aprì le porte a varie commissioni.
Oggi troviamo nei dipinti di Otto D’Angelo degli strumenti importanti per capire, descrivere, raccontare, documentare il Friuli dell’infanzia e della giovinezza, quella dei genitori e dei nonni. Le dimensioni dei quadri si ingigantiscono e il Friuli vi si specchia. Rinascono dal passato borghi e piazze con porte, torri, chiese e aie coloniche. Le sue immagini proseguono a documentarci i momenti della mietitura e della vendemmia, del pascolo e del bucato presso i lavatoi e tanti altri episodi ricorrenti nell’esistenza della campagna vengono fatti risorgere e palpitare con un impasto di colori tenui e smaglianti a seconda dell’occasione, sempre ben fusi e graduati.