Oggi vorrei presentarvi Marco Baruffaldi, un ragazzo ventiseienne che a dispetto del suo cognome non ama le baruffe; forse proprio per questo ha lasciato che i suoi coetanei, i suoi compagni di classe e addirittura alcuni dei suoi insegnanti si prendessero gioco di lui per anni, facendolo sentire diverso, ridicolo, inutile, sbagliato. Solo nel 2017, quando ormai la scuola e gli atti di bullismo subiti tra i banchi erano fortunatamente diventati un ricordo, Marco ha avuto il coraggio di uscire allo scoperto e denunciare quanto gli era accaduto in precedenza.
All’epoca della sua denuncia il ragazzo aveva da poco perso la mamma, un trauma che probabilmente ha fatto riemergere altri traumi, ma forse anche un’assenza che da quel momento in poi è diventata una presenza silenziosa capace di infondergli la forza necessaria per compiere questo importante atto d’amore verso sé stesso e tutti coloro che purtroppo vivono esperienze negative simili.
Così, nell’aprile 2017, è nata la canzone “Siamo diversi tra noi”, un brano rap che attraverso musica e parole mette a nudo il suo autore, rivelando il suo vissuto, le sue passioni e le sue speranze; gli spiacevoli episodi di bullismo dei quali il rapper emiliano è stato vittima in passato non sono espressamente citati nel testo, ma è chiaro che a originarli sono state l’ignoranza (proprio nel senso letterale di “non conoscenza”), l’incomprensione e la chiusura mentale dei cosiddetti “bulli” nei riguardi della sua diversità, di quel cromosoma in più che lo rende affetto da Sindrome di Down.
Ebbene, sappiate che la trisomia 21, ovvero il cromosoma di troppo presente nel DNA del giovane cantautore, non è ciò che più lo caratterizza: in realtà Marco si distingue per la sua bravura nel suonare la batteria (strumento che ha amato sin da piccolo e che gli permette di esprimere al meglio la sua passione per la musica), per la sua “penna facile”, grazie alla quale riesce a comporre rime e strofe quasi senza aiuto, nonché per essere un amante della buona cucina e un discreto cuoco.
Questi suoi talenti sono da sempre noti ai familiari del giovane, in particolare a papà Arnaldo, che ogni giorno lo sprona a coltivarli e a farsi strada grazie a essi; proprio con quest’intento, nel 2018 telefona a “Tu si que vales” e racconta la storia di Marco. I responsabili del casting ne rimangono subito colpiti, c’è un provino e qualche tempo dopo (precisamente a novembre) si registrano le puntate; portando sul palco “Siamo diversi tra noi” il ragazzo commuove i giudici e il pubblico da casa, tanto da giungere in semifinale e avere l’onore di cantare il suo pezzo insieme a J-Ax, come potete vedere nel video in questa pagina.
La partecipazione al talent show di Canale 5 apre a Marco Baruffaldi le porte del successo, facendo conoscere al grande pubblico la sua storia e la sua musica, ma soprattutto fungendo da cassa di risonanza per la diffusione del suo messaggio di lotta al bullismo e di speranza per un mondo più inclusivo, nel quale la diversità viene considerata un’opportunità e una ricchezza per tutti.
Ora il rapper di Castelfranco Emilia (MO) non ha più paura di mostrarsi per quello che è, parla senza filtri e si trova perfettamente a suo agio davanti alle telecamere; anche i follower del suo canale YouTube, della sua pagina Facebook e del suo profilo Instagram si moltiplicano, quasi a voler essere testimonianza concreta del suo grido (o forse dovrei dire canto) di battaglia: “Assieme si può fare”!
Un verso di questa canzone recita: “Aiuta tutti, aiuta quando puoi” e rappresenta un altro tassello della filosofia di vita del suo autore; proprio con l’intenzione di aiutare altri ragazzi disabili a emanciparsi e a trovare il coraggio di far valere i propri diritti, il ventiseienne ha voluto scrivere un’autobiografia, un’opera autoprodotta che è in uscita questo mese e si intitola “Sfigatamente fortunato. Il bello di essere fuori. Un ragazzo Down si racconta.”. È importante segnalare che i costi per la stampa e la pubblicazione di questo libro sono coperti da diversi sponsor, tra i quali l’Associazione di Promozione Sociale “Prima gli ultimi”, la Fondazione Lega del Filo d’oro – Onlus e La Caramella Buona Onlus; chiunque voglia acquistarlo può effettuare un versamento minimo di venti euro sulla carta PostePay 5333 1711 6028 0422, quindi inviare un’e-mail all’indirizzo info@arnaldobaruffaldi.it allegando copia dell’avvenuto versamento e specificando nel corpo dell’e-mail la quantità di copie desiderate e l’indirizzo al quale gradisce riceverle. Nel caso si volesse donare più di venti euro a copia, il denaro restante verrà equamente suddiviso tra le varie associazioni patrocinanti, che grazie alla generosità di molte persone potranno dare un aiuto concreto a tutti coloro che ne avranno bisogno.
L’autobiografia non è però l’unico progetto editoriale al quale Marco ha lavorato in questo periodo, infatti egli si sta dedicando anche alla scrittura di un ricettario contenente ricette semplici, ma gustose e all’insegna del riciclo, perché in cucina non si butta via niente! In quest’avventura “letterario-culinaria” (che al momento è appena cominciata e che non si sa dove lo porterà) Marco Baruffaldi è accompagnato da…Marco Baruffaldi!
Come, direte voi, significa che è accompagnato da sé stesso, quindi è completamente solo? Tranquilli, non preoccupatevi, la verità è che Marco ha un omonimo “illustre”, con il quale oltre al nome e cognome condivide anche il fatto di aver subìto bullismo, la passione per la cucina e la voglia di aiutare gli altri; si tratta dello chef e counselor nutrizionale professionista Marco Baruffaldi, che dopo averlo conosciuto ha accettato volentieri di intraprendere insieme a lui questo viaggio alla scoperta del cibo sano e genuino, ma soprattutto delle emozioni positive che esso può donarci.
Grazie a questo progetto, ancora in via di sviluppo, Marco Baruffaldi junior sta imparando che cucinare (e mangiare) fa bene al corpo e allo spirito, ma serve altresì a gettare le basi per la conquista della propria autonomia e indipendenza. Come tutti i ragazzi della sua età, anche lui aspira a uscire dal nido, trovarsi una fidanzata e magari andare a vivere con lei in una bella casa; ecco perché di tanto in tanto sostituisce volentieri papà Arnaldo ai fornelli, fa la lavatrice, oppure esce da solo a fare la spesa: per cercare piano piano di superare (nei limiti del possibile) le difficoltà oggettive connesse alla sua disabilità e diventare poi quello che comunemente si definisce “un uomo da sposare”, ovvero un uomo in grado di svolgere piccole faccende domestiche e di contribuire quindi attivamente al buon funzionamento di quell’importantissimo embrione di società che è la famiglia.
Ancora non sappiamo se un giorno Marco riuscirà a crearsene una, ci sarà tempo per scoprirlo, sicuramente glielo auguriamo di cuore; quello che oggi invece sappiamo per certo è che nella famiglia di Marco (sia essa quella di origine, quella che eventualmente si creerà in futuro, o quella virtuale che sta già crescendo sui suoi canali social) non ci sarà mai spazio per il bullismo, né per qualsiasi altra forma di discriminazione, mentre ce ne sarà a volontà per l’amore e l’inclusione, valori universali e imprescindibili che si possono declinare in molti modi, ma che in casa Baruffaldi saranno sempre rigorosamente scanditi a ritmo di rap!