Scritto e diretto da Giorgio Gallione, lo spettacolo interpretato da Remo Girone ripercorre i momenti più emblematici della vita di un uomo irriducibile che per 58 anni, con il suo infaticabile lavoro di ricerca e investigazione, ha consegnato alla giustizia circa 1.100 criminali di guerra responsabili della Shoah
Simon Wiesenthal non fu un uomo qualsiasi. Fu prima di tutto, per i nazisti, un ebreo. Per questo subì l’orrore della Shoah e dei campi di sterminio, ma sopravvisse e dedicò il resto della sua esistenza a rintracciare e a consegnare al giudizio del mondo i criminali responsabili della morte di oltre 11 milioni di persone.
In prossimità del Giorno della Memoria, martedì 24 gennaio 2023 (inizio ore 20.45), il Teatro Nuovo Giovanni da Udine porta in scena Il Cacciatore di nazisti: l’avventurosa vita di Simon Wiesenthal, scritto e diretto da Giorgio Gallione e interpretato da Remo Girone.
Il giorno successivo, mercoledì 25 gennaio, lo spettacolo sarà replicato in una matinée per le scuole (inizio ore 10.00)
Siamo a Vienna nel 2003, in quello che idealmente è l’ultimo giorno di lavoro di Simon Wiesenthal al Centro di documentazione ebraica da lui fondato. L’uomo ripercorre i momenti più emblematici della sua caccia ai criminali di guerra nazisti, durata 58 anni: con il suo lavoro di ricerca e investigazione è riuscito a consegnarne alla giustizia circa 1.100, fra i quali Karl Silberbauer, sottoufficiale della Gestapo responsabile dell’arresto di Anna Frank, Franz Stangl comandante dei campi di Treblinka e Sobibor, e Adolf Eichmann, l’ufficiale delle SS che pianificò quella che Hitler amava definire “la soluzione finale”.
A cavallo fra indagine storica e thriller avvincente, Il cacciatore di nazisti fotografa uno dei periodi più bui del nostro recente passato, un tempo in cui «la coscienza in quanto tale era morta». Nel ricostruire la vita straordinaria di quest’uomo irriducibile, interpretato con umana partecipazione e un tocco di umorismo ebraico da Remo Girone, riaffiorano implacabilmente anche i numerosi tentativi di rimozione e di oblio che a più riprese hanno circondato la tragedia dell’Olocausto, affinché tutti noi – e in particolar modo le giovani generazioni sulle quali aleggia lo spettro del negazionismo – possiamo interrogarci ancora e ancora sulla feroce banalità del male e sulla sua genesi. E perché mai più ciò che è accaduto possa ripetersi.
Lo spettacolo fa parte della Rassegna Tempi Unici. Scene e costumi di Guido Fiorato, disegno luci Aldo Mantovani, progetto artistico Giorgio Gallione e Gianluca Ramazzotti. Produzione Ginevra Media Production, Teatro Nazionale di Genova