Il “testamento” scomodo e controverso, il film più perfetto sul “potere” e sulle sue contraddizioni: “Salò o le 120 giornate di Sodoma”, l’ultimo film di Pier Paolo Pasolini, sarà proiettato martedì 31 gennaio a Pordenone e mercoledì 1° febbraio a Udine, alle 20:45. I due appuntamenti chiudono la grande retrospettiva con tutti i film del regista e poeta che Cinemazero e Visionario hanno proposto, una volta alla settimana, a partire dallo scorso autunno, in occasione del centenario della nascita di Pasolini.
«Abbiamo voluto scommettere su un percorso lungo e denso, fatto di numerose serate, tutte introdotte da esperti, critici, artisti, allo scopo di consegnare agli spettatori una visione contemporanea, profonda e ricca dell’opera del cineasta. – È il commento di Riccardo Costantini, responsabile archivi ed eventi di Cinemazero. – E il pubblico, specialmente quello giovane, ha risposto, dimostrando di apprezzare la nostra idea di fare parlare l’intellettuale con le sue opere, mostrare i suoi film sul grande schermo nel migliore dei modi possibili, in copie restaurate e di eccellente qualità». Complessivamente oltre 1.400 persone hanno rivisto i film di Pasolini, con punte sensibili di presenza per “Accattone”, “Mamma Roma” e “Il Decameron”. Per ogni appuntamento, per ogni ospite presente nella retrospettiva, sono stati realizzati filmati – ora disponibili on line per tutto il largo pubblico – che contengono tutte le introduzioni ai lungometraggi: una ricca videoteca critica, che si offre nel tempo, anche come risultato di lungo periodo della retrospettiva.
Martedì e mercoledì “Salò o le 120 giornate di Sodoma” sarà presentato dall’artista Michele Spanghero, autore dell’installazione sonora/visuale dedicata proprio a Salò: Apri gli occhi! / Open your eyes!: Pasolini out loud (Montreal, 2022) e dallo stesso Costantini, anche curatore di mostre e pubblicazioni pasoliniane, tra cui per Chiarelettere “Pier Paolo Pasolini. Polemica Politica Potere”.
Geniale “tradimento” di Sade e audace dissimulazione storica (la Repubblica Sociale, infatti, è solo un “cartone” metaforico), l’ultimo film di Pasolini aggredisce lo spettatore precipitandolo in un mondo in cui i rituali di perversioni e violenze rimandano surrettiziamente al presente. “Salò o le 120 giornate di Sodoma” mostra aberrazioni perpetrate secondo un regolamento da collegio infernale, dove ogni etica è pervertita nel suo contrario e la “soluzione finale” pedagogica consiste nella creazione di una nuova umanità, indifferente e assuefatta all’orrore. «È un film contro qualsiasi forma di potere e precisamente contro quella che io chiamo l’anarchia del potere», affermava il regista. Un film poco mostrato, che merita approfondimento, e che fa riflettere molto sull’oggi e sulle contraddizioni del potere.