Impegno per i diritti umani, inclusività, leggerezza e uno sguardo al femminile: gli ingredienti della XVI edizione del Pordenone Docs Fest. Le Voci del Documentario ci saranno già tutti, nella giornata di apertura, mercoledì 29 marzo a Cinemazero.
Alle 17:30 i riflettori del festival saranno puntati sulla Siria, con la cerimonia per la consegna del Premio speciale Images of Courage, riconoscimento che viene dato a personalità che si sono distinte per il loro coraggio. Quest’anno il Premio va a Caesar, nome in codice che protegge l’identità di un ex fotografo siriano che ha documentato a lungo, per conto dei Servizi di sicurezza del suo Paese, le migliaia di corpi torturati e senza vita usciti dalle carceri di Damasco. Nell’estate del 2013 Caesar ha lasciato la Siria, portando con sé migliaia di immagini che hanno consentito di documentare le atrocità commesse dal regime di Bashar al-Assad. Grazie a quelle foto, i famigliari delle vittime hanno potuto riconoscere i loro cari e, dopo oltre cinque anni di indagini e battaglie, ci sarà in Francia il primo processo contro gli alti ufficiali della macchina della morte siriana. Il premio viene consegnato con il patrocinio e sostegno dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti e de Il Capitello.
Durante l’evento, verrà proiettato, in anteprima nazionale, “The lost souls of Syria” il documentario di Stéphane Malterre e Garance Le Caisne che racconta la storia di Caesar e la ricerca di giustizia da parte dei famigliari delle vittime all’estero. Ritira il Premio, vista l’assoluta segretezza in cui vive Caesar, l’autrice del film Garance Le Caisne, giornalista indipendente francese specializzata sul Medio Oriente, che dal 2010 si occupa in particolare di Siria raccontando le storie di persone che sopravvivono all’orrore. Interviene inoltre Giulia Torrini, del Consiglio nazionale di Un Ponte Per, associazione per la solidarietà internazionale, che in Siria porta avanti la campagna “Spazi sicuri”, per donne e bambini, in un Paese distrutto dalla guerra civile e ora colpito anche dal terribile terremoto. Saranno presenti anche i referenti di Amnesty International.
Il programma prosegue in leggerezza, alle 20:45, con un film per tutti: “The art of silence“, del regista svizzero Maurizius Staerkle Drux, il primo documentario sulla vita del leggendario artista e mimo Marcel Marceau. L’evento è in collaborazione con l’Ente Nazionale Sordi di Pordenone. Per la prima volta, a conferma della volontà del festival di essere quanto più inclusivo possibile, l’incontro con regista e ospiti sarà accompagnato dall’interpretariato nella Lingua Italiana dei Segni e sarà presente a Cinemazero una folta delegazione di non udenti. Intervengono il regista del film e il direttore della fotografia Raphael Beinder. Ci sarà inoltre un ospite speciale: Louis Chevalier, ballerino, nipote di Marceau.
Il documentario ritrae l’attore dietro la maschera come un uomo profondamente complesso, sensibile e compassionevole, la cui arte ha origine dall’esperienza delle atrocità della Seconda Guerra Mondiale. In questo racconto cinematograficamente poetico, la famiglia, gli amici e gli allievi si riuniscono per rendere omaggio a un uomo leggendario. La storia si intreccia con quella del padre del regista, celebre mimo svizzero nato sordo, per il quale Marceau ha rappresentato un riferimento importante.
Con la prima giornata del festival, inizia anche la retrospettiva “Donne con la macchina da presa“, curata dallo storico e critico del cinema Federico Rossin, in collaborazione con i principali archivi italiani. Quali sono i film che hanno documentato con più forza la storia, il pensiero, le azioni, del movimento femminista italiano? Quale estetica e quale politica erano in gioco per le giovani militanti post ’68 e per le tante donne con la macchina da presa, gioiosamente attive nella grande rivoluzione del femminismo in Italia? A quali film le giovani militanti femministe di oggi possono guardare con rispetto e fierezza, riconoscendovi i primi passi fondamentali di una battaglia culturale ancora aperta?
Alle 18 in sala Pasolini sono in programma due film del Collettivo femminista cinema di Roma. “L’aggettivo donna”, nato come film di diploma al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roni Daopoulo, è considerato il primo film femminista italiano e mette a fuoco alcuni temi fondamentali come il lavoro, la famiglia, la sessualità, l’aborto, l’educazione, intrecciando alcune interviste a donne con le posizioni del collettivo promotore del documentario. A seguire “La lotta non è finita!…” vuole testimoniare le pratiche di lotta e i momenti di riflessione e dibattito del movimento di liberazione delle donne.
Alle 19.30, di fronte a Cinemazero, il momento dell’aperitivo sarà accompagnato dalla musica del trio jazz guidato da Lorenzo Tonon, al piano, Raffaele Scalon al basso e Jacopo Zanette alla batteria.
L’evento è in collaborazione con Birra Galassia e associazione InSoffitta.