Sulle macerie del terremoto, nel 1976, si è consolidato lo storico legame tra i friulani e gli alpini. E’ questo il filo conduttore della mostra allestita dal Comune di Gemona del Friuli, nelle sale del castello, per rendere omaggio all’impegno che gli alpini in armi e in congedo garantirono fin dalle primissime ore del disastro.
“È proprio a loro – spiega il vicesindaco e assessore alla cultura Flavia Virilli, che ha ideato e seguito il progetto – che intendiamo dar voce con questa esposizione, patrocinata, tra gli altri, dall’Esercito, il quale ha eccezionalmente aperto i propri archivi mettendoci a disposizione materiale inedito: volti e testimonianze di uomini in armi – a partire dagli Artiglieri da montagna del “Conegliano” i quali, mentre alla Caserma “Goi-Pantanali” di Gemona si tentava disperatamente di salvare i commilitoni intrappolati dai crolli, uscivano con due squadre in aiuto della popolazione – ma anche di tanti volontari dell’ANA, che hanno scavato tra le macerie accanto alla gente, portando i primi soccorsi e dando speranza a un territorio piegato dalla tragedia. È grazie a loro e all’enorme e corale slancio di solidarietà ricevuto che Gemona e il Friuli sono rinati, scrivendo quell’esemplare ed emozionante pagina di storia nota a tutti come Modello Friuli”.
Attraverso un percorso fotografico progettato da Nicole Pravisani e narrato da Giacomina Pellizzari, il visitatore entra nella tragedia alla quale gli alpini risposero immediatamente, nonostante anche loro contassero le vittime alla caserma “Goi-Pantanali” di Gemona. Qui il crollo di alcune palazzine provocò la morte di 29 giovani di leva, ai quali si aggiunsero altri tre militari di fanteria, deceduti in altre circostanze.
Patrocinata dalla Regione FVG, dall’Esercito, dall’Associazione nazionale alpini (Ana), dalla Cineteca del Friuli, da Sportland e dal Messaggero Veneto, la rassegna racconta con immagini, documenti e filmati dell’epoca lo slancio alla vita garantito dagli alpini non solo nei primi giorni dell’emergenza ma anche nei mesi e negli anni a seguire, donando fondi e parte del loro tempo per la ricostruzione del Friuli.
Nelle sale espositive si coglie lo spirito altruista degli alpini impegnati negli 11 cantieri di lavoro avviati dall’Ana per riparare gli edifici lesionati. Con altrettanta professionalità, in condizioni non certo facili, i militari delle Divisioni “Mantova”, “Ariete”, “Folgore”, della Brigata “Julia” e del Genio del quarto e quinto Corpo d’armata realizzarono il piano prefabbricati in 25 comuni. Da ottobre 1976 a marzo 1977, 190 squadre specializzate installarono 1.345 case, oltre 40 mila metri quadrati di superficie abitativa. Tra il 1977 e il 1982, gli alpini dell’Ana costruirono anche i centri residenziali per anziani a Buja, Magnano in Riviera, Majano, Osoppo, Pordenone, San Daniele del Friuli e Villa Santina e gli istituti scolastici ad Aviano, Buja, Cividale, Faedis, Gemona, Majano, Maniago, Osoppo, Sacile, San Daniele del Friuli, San Pietro al Natisone, Spilimbergo e Travesio.
Il Friuli non ha dimenticato l’aiuto ricevuto dagli alpini e, in occasione della 94° Adunata nazionale, il Comune di Gemona vuole raccontare e trasmettere questa pagina di storia soprattutto alle nuove generazioni che possono apprezzare anche le divise indossate allora dagli alpini e leggere le cronache pubblicate da “L’Alpino”, la rivista dell’Ana, assieme alle Memorie Storiche di alcuni dei comandanti di allora. Il materiale è stato messo a disposizione dall’Ufficio storico e dall’Archivio fotografico dello Stato maggiore dell’Esercito, dalla Brigata Alpina “Julia”, dal 3° Reggimento artiglieria terrestre da montagna, dall’Ana di Gemona e dalla sezione di Roma, dalla Cineteca del Friuli, dal Messaggero Veneto, dalle associazioni “Amici della fortezza di Osoppo” e “Gruppo storico penna nera”, dagli archivi personali del generale Angelo Gaiolo, già comandante del Gruppo “Conegliano” nel 1976, di Claudio Grossi, già sergente della Batteria comando del Gruppo “Conegliano” durante il sisma e da Claudio Tuti.
« Iniziative come questa – conclude il sindaco Roberto Revelant – sono fondamentali per tramandare quanto accaduto 47 anni fa specie a coloro – e sono sempre di più – che non hanno conosciuto la terribile tragedia del sisma. Oggi non possiamo dimenticare quelle vittime e stringerci ancora vicino ai loro familiari, così come non dovrà mai essere dimenticato quello che la comunità friulana è riuscita a realizzare successivamente con l’aiuto di molti: dall’emergenza, alla ricostruzione allo sviluppo.
Il nostro grazie non si esaurirà mai e anche questa mostra vuole essere un modo per esprimerlo agli Alpini e a tutti coloro che dall’Italia e dall’estero giunsero in nostro soccorso”.
La mostra resterà aperta dall’11 maggio al 17 settembre con i seguenti orari: venerdì 15 – 19, il sabato e la domenica 10-12.30 e 15-19. Ingresso gratuito