Come è nato il movimento del #MeToo e cosa ne rimane oggi? Se ne parla lunedì 22 maggio alle 17:45 a Cinemazero, in occasione della proiezione del film “She said”. Al centro dell’incontro, promosso dall’Ordine dei giornalisti del Friuli Venezia Giulia, il ruolo del giornalismo di inchiesta e del cinema per il cambiamento culturale e sociale, con particolare riferimento alla parità di genere e ai diritti delle donne.
L’evento, inserito tra i corsi di formazione per i giornalisti, è realizzato in collaborazione con la Commissione Pari Opportunità del Comune di Pordenone, Voce Donna centro antiviolenza e In Prima Persona, associazione degli uomini contro la violenza sulle donne. Intervengono Laura Bosi, direttrice di Voce Donna, Andrea Busato, per In Prima Persona, Chiara Cristini, ricercatrice IRES FVG e presidente della Commissione Pari Opportunità del Comune di Pordenone e Paola Dalle Molle, vicepresidente dell’Ordine regionale dei giornalisti.
Il 5 ottobre del 2017, il New York Times pubblica l’inchiesta di Jodi Kantor e Megan Twohey sui crimini sessuali di Harvey Weinstein, produttore cinematografico e predatore seriale, poi riconosciuto colpevole nel 2020 e condannato a ventitré anni di prigione. Per tre decenni il fondatore della Miramax ha abusato di attrici e assistenti, decidendo dei loro destini come un volgare aguzzino. Disposte ad andare fino in fondo per ottenere le testimonianze delle donne, le due giornaliste, ricostruiscono la strategia impiegata da Weinstein per coprire i suoi abusi: ridurre le vittime al silenzio a colpi di grossi assegni e inestricabili accordi di riservatezza.
Con la loro inchiesta, Kantor e Twohey scoperchiano un vaso di Pandora, dando alle donne di tutto il mondo il coraggio di denunciare gli abusi subiti. Nasce così la rete di solidarietà e sorellanza del #MeToo, una presa di coscienza collettiva tesa non solo a risarcire il passato ma anche e soprattutto a immaginare e realizzare un futuro libero dalla violenza. Questa storia ha ispirato film “She said”.