“Franco Basaglia ha 100 anni”, indicativo presente:
Cinemazero annuncia una retrospettiva speciale, durante il Pordenone Docs Fest, per rendere omaggio a una delle figure più influenti che la cultura
e la società italiane abbiano saputo esprimere, a cento anni dalla nascita, l’11 marzo 1924. Tra gli ospiti d’eccezione, ci sarà
Marco Bellocchio – presidente di giuria di questa edizione del festival, molto legato all’opera basagliana. Il festival, in collaborazione con l’Istituto LUCE (di cui ricorre il centenario), presenterà il documentario “Nessuno o tutti – Matti da slegare”,
nella versione integrale, mai più vista dal 1976, l’anno in cui fu realizzato. Al festival saranno presenti anche il regista
Silvano Agosti, autore – con Bellocchio, Petrulli, Rulli – del film e protagonista di una speciale masterclass.
Ospite d’onore sarà Giuseppe “Peppe” Dell’Acqua, del Forum Salute Mentale, psichiatra e collega di Basaglia, che sottolinea l’attualità della proposta basagliana: «Quel che ci lascia non è un’eredità, è una storia ancora in costruzione, una storia cominciata
da più di mezzo secolo, che nessuno riesce a fermare».
«Per noi questo evento non è un anniversario rivolto al passato, ma un monito per il presente e una freccia verso il futuro. Le ricerche, le azioni, le idee di Franco
Basaglia sono vive ovunque ci sia una volontà riformatrice della società, ovunque ci sia un pensiero critico e libertario», afferma
Riccardo Costantini, curatore del festival. «Basaglia non pensava solo a riformare la legislazione esistente, ma a rivoluzionare la società tutta: l’integrazione sociale dei pazienti coincideva con il recupero integrale dei loro diritti, facendo quindi
del “malato” un paradigma centrale della società. In maniera crediamo originale, abbiamo deciso di allargare il nostro sguardo, per riscoprire con film rarissimi come sia stata fondamentale l’azione basagliana non solo in Italia ma anche all’estero». Infatti
la retrospettiva di documentari che il festival presenta, curata da Federico Rossin, percorre le vie che il cinema e la televisione hanno intrapreso per raccontare la vicenda umana e politica di Basaglia e del movimento anti-psichiatrico, in Italia e all’estero,
in particolare Belgio e Svizzera. Le proiezioni a Cinemazero saranno l’occasione per riscoprire, oggi, le forme documentarie e filmiche che sono riuscite ad affrontare il male invisibile, la malattia mentale, in modi e linguaggi diversi, gli autori che
hanno saputo ascoltare la parola della follia con tatto, sensibilità e intelligenza, esplorando anche le narrazioni ispirate al mondo basagliano all’estero. Ad accompagnare l’iniziativa, verrà realizzata
una pubblicazione con una filmografia critica commentata sul documentario e la malattia mentale, in una prospettiva internazionale e trans-storica di ampissimo respiro.
Durante i cinque giorni del festival, dal 10 al 14 aprile, verranno presentati, tra l’altro: “I giardini di Abele” di Sergio Zavoli, i nove corti realizzati da degenti
dell’Ospedale psichiatrico di Trieste nel 1973, accanto a quelli, girati sempre negli anni Settanta, dagli
ex-pazienti del Club Antonin Artaud di Bruxelles, dove teatro e cinema erano utilizzati come mezzi terapeutici per facilitare lo scambio di relazioni, diversivi all’ostilità e all’aggressività, incoraggiando le identificazioni, suscitando la scoperta
di se stessi e liberando l’espressione personale. E, ancora, verrà presentata una serie di film realizzati tra il 1959 e il 1981 presso l’ospedale psichiatrico
Cery di Losanna, in Svizzera. Gli autori sono alcuni pazienti, riuniti in un collettivo, guidati dal
cineasta sperimentale Nag Ansorge, che ha accompagnato il processo creativo.