Dopo un breve ma intenso percorso durato cinque partite e venti minuti e culminato con il raggiungimento dell’obiettivo prefissato, la permanenza in Friuli di Fabio Cannavaro pareva cosa alquanto scontata. E invece no. Ieri pomeriggio, la società ha comunicato attraverso una nota ufficiale che il Campione del Mondo non sarà più l’allenatore dell’Udinese.
Basta entrare qualche istante sui social e scorrere sulla sezione dei commenti per capire quanto la scelta di non confermare il tecnico sia stata mal digerita da parte della tifoseria friulana che – soprattutto per il modo con cui il classe ’73 si è inserito all’interno dell’ambiente – gli avrebbe concesso volentieri la chance di guidare la squadra da inizio anno.
Anche i risultati, in fin dei conti, sono dalla sua parte: tralasciando gli anomali venti minuti con la Roma, nella sua gestione l’ex difensore non ha mai perso, collezionando 9 punti in 5 partite (2 vittorie, 3 pareggi e 0 sconfitte) che sono valsi la permanenza delle Zebrette in massima serie.
Viene da chiedersi che altro avrebbe potuto fare il povero Cannavaro, oltre a centrare la tanto agognata salvezza, con il grande merito di aver portato – attraverso l’esperienza e le competenze che caratterizzano un campione abituato a gestire la pressione – una ventata di aria fresca in un ambiente impaurito e gravemente depresso dalla precedente gestione Cioffi.
Al di là delle voci legate ad eccessive richieste economiche, contrattuali e tecniche da parte del Pallone d’Oro al club, l’inciso apparso sul post di saluti pubblicato sul proprio profilo Instagram lascia poco spazio ad interpretazioni:
“Tengo a precisare che da parte mia ci sarebbe stato il desiderio di continuare questa avventura in Friuli, una terra che mi è entrata nel cuore, così come la sua gente e per questo mi ero messo a disposizione della società in modo incondizionato”.
Come a dire: chi vuol intendere, intenda. La riconoscenza verso chi ti ha consentito di partecipare al trentesimo anno consecutivo di Serie A non sembra essere virtù appartenente a Sir. Gino Pozzo da Londra, intenzionato a proseguire imperterrito su una linea progettuale di dubbia affidabilità e orientata perlopiù verso il risparmio. Con il livello medio del campionato che si sta alzando di anno in anno, vedremo per quanto ancora questa politica porterà i suoi frutti.
In settimana, si attende dunque la decisione ufficiale su chi sarà il nuovo timoniere dei bianconeri per la prossima stagione. Anche se tutte le strade portano a Di Francesco (già avvistato in città di recente), non è da escludere la scelta di un profilo straniero o di un altro nome a sorpresa, come spesso accade da queste parti.
Nel frattempo, non ci resta che fare un grande in bocca al lupo al mister per il prosieguo della sua carriera. Come gli ha scritto qualche collega sui social: “chiusa una porta, si apre un portone”– ma la sensazione è che quella tra l’Udinese e Fabio Cannavaro sia una storia lasciata a metà.